Storie di vita tra le fonti: il clero diocesano di Lodi

La fine della carriera

La fine della carriera

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Sebbene la fine di una carriera ecclesiastica possa derivare da contingenze diverse, consideriamo in questa sede la più naturale e frequente, ovvero il sopraggiungere della morte. La notizia della morte di un sacerdote della diocesi è rintracciabile in diverse fonti, alcune più dirette e da considerarsi fonti primarie; altre invece secondarie che, allargando la prospettiva, ampliano anche l’apporto informativo. Tra le fonti primarie annoveriamo ancora una volta i Calendari Diocesani (Ordo divini officii [il titolo varia], 1657-),  che a partire dal 1876, riservano una sezione alle notizie dei “Sacerdoti morti” nell’anno di riferimento, e il Bollettino diocesano (La diocesi di San Bassiano, 1914-) che in coincidenza con la morte di un sacerdote pubblica un necrologio con dati biografici essenziali e carriera ecclesiastica.

Tra i documenti d’archivio nel Fondo della Curia vescovile da considerare in questa sezione del percorso rientra l’elenco dei sacerdoti defunti che si estende per un arco cronologico che va dal 1771 al 1869. Da questa fonte si possono ricavare notizie non solo sul nome e sulla data di morte dei sacerdoti, in alcuni casi anche sul giorno esatto e sul luogo, ma anche sul ruolo ricoperto, sul domicilio e sull’anno di ordinazione.

Il lavoro quotidiano del servizio sacerdotale chiede di ergersi guida spirituale di una comunità con grande senso di responsabilità e con spirito di testimonianza: tutti i sacerdoti in qualche modo lasciano il segno nelle comunità in cui operano e la loro scomparsa genera testimonianze di affetto e gratitudine per il ruolo svolto. Per il ricordo di alcuni personaggi in occasione di commemorazioni funebri nascono documenti come le immaginette devozionali o gli opuscoli commemorativi, fonti effimere destinate alla circolazione locale e legate profondamente al territorio e al momento per cui nascono, ma non prive di valore culturale in luoghi diversi o secoli posteriori: da questi documenti, infatti, è possibile non solo ricavare notizie sulla vita e sulla personalità dei defunti, in modo più o meno esteso a seconda della tipologia di fonte, ma anche dare un volto ai personaggi grazie alle foto che spesso accompagnano il ricordo.

Il materiale documentario considerato è pressoché novecentesco ed è conservato nella Biblioteca del Seminario vescovile di Lodi: le immaginette si sviluppano su due o quattro facciate e, data la ristrettezza di spazio, limitano l’apporto informativo alle date di nascita e di morte, eventualmente al luogo, al ruolo ricoperto all’interno della diocesi e al ricordo della personalità, con parole scritte appositamente o estrapolate dai discorsi funebri, e raramente riservano qualche battuta a brevi cenni biografici; l’opuscolo invece, data la forma più estesa, permette una narrazione più completa della vita e della carriera del sacerdote da cui si ricavano i tratti della personalità che ne hanno caratterizzato la figura e l’operato.

A chiusura della sezione un breve accenno all’uso trasversale delle fonti che, interrogando i documenti con prospettive diverse, riceve da essi risposte talvolta sorprendenti e inaspettate: è il caso delle donazioni di alcuni sacerdoti lodigiani agli istituti culturali della diocesi.

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