Le origini del Capitolo casalese... più di mille anni di storia

Il Capitolo di Sant’Evasio oggi

Il Capitolo di Sant’Evasio oggi

Dopo più di mille anni di storia il Capitolo di Sant’Evasio rappresenta ancora una realtà importante per la chiesa casalese e consiste in un ente ecclesiastico civilmente riconosciuto che, in seguito al Concilio Vaticano II, ha circoscritto le sue funzioni strettamente all’ambito liturgico. Ad esso, infatti, spetta principalmente il compito di celebrare insieme al vescovo le funzioni liturgiche più solenni della Chiesa cattedrale, madre di tutte le chiese della Diocesi. Per volere vescovile, il Capitolo casalese è incaricato, quindi, di solennizzare il triduo pasquale (nell’ambito del quale i canonici si ritrovano per celebrare insieme la liturgia delle ore e l’officio delle letture) e la festività del Santo Patrono. Secondo il vigente statuto, in vigore a partire dal 2018, i canonici effettivi sono dodici e ad essi spettano i medesimi diritti e doveri. Ogni canonicato è conferito direttamente dal Vescovo mediante decreto “sentito il parere del Capitolo”; non è, quindi, il collegio stesso a nominare i propri membri. I canonici vengono scelti tra quei sacerdoti che si sono particolarmente distinti per dottrina, integrità di vita e che abbiano esercitato lodevolmente il ministero. All’interno del collegio si hanno differenti “uffici”, ovvero mansioni: il presidente chiamato anche prevosto rappresenta la prima dignità nonché il legale rappresentante del Capitolo. Viene eletto dai canonici e si occupa di convocare le adunanze. A questo segue, per ordine di importanza, l’arcidiacono il quale, in caso di sede vescovile vacante, è incaricato di accogliere il nuovo vescovo sul sagrato della Cattedrale. In linea con quanto descritto nel codice di diritto canonico sono previste, inoltre, le figure del penitenziere e quella del teologo. Quest’ultimo è incaricato dell’insegnamento, della catechesi e della predicazione all’interno della Cattedrale. Al collegio dei canonici effettivi si aggiungono i canonici onorari (in numero non superiore a sei) e i canonici emeriti, ovvero i canonici effettivi al compimento del settantacinquesimo anno di età o i canonici che per gravi motivi hanno dovuto presentare le proprie dimissioni. L’incarico canonicale, infatti, è da intendersi a vita. Ogni canonico, infine, ha una sua postazione e un suo abito corale:  i canonici effettivi occupano, in presbiterio o in coro, i primi stalli in ordine di dignità e di decananza, ovvero a seconda della funzione e della data di nomina di ciascuno, a questi seguiranno i canonici emeriti e i canonici onorari. Per quanto riguarda l’abito canonicale, questo è attualmente composto dalla veste talare nera, dal rocchetto bianco e dalla mozzetta di colore violaceo, a cui dal 2018 è stato aggiunto un cordone oro-amaranto da portare al collo con appeso il medaglione a forma di croce con l’effigie del santo patrono Evasio opera dell’artista monferrino Giovanni Bonardi.

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