Gli Arcivescovi e il loro Palazzo

Filippo De Medici

Filippo De Medici

Arcivescovo Filippo De Medici (1461-1474)

Nel 1461 Cosimo il Vecchio ottenne da papa Pio II l’elezione ad arcivescovo di Pisa di un suo lontano cugino, Filippo Vieri di Niccolò de’ Medici. Prima di quella data, il giovane Filippo fu mandato a Roma per assumere l’incarico di protonotario apostolico presso la curia pontificia e, nel 1457, fu eletto arcivescovo di Arezzo. La sua rilevante carriera, supportata dalla famiglia Medici, aspirava da ultimo al raggiungimento del titolo cardinalizio, che inseguì per tutta la vita senza mai riuscire ad ottenere.
Diventato Arcivescovo di Pisa nel 1461, Filippo stabilì la sua residenza abituale in città e la mantenne per tutta la durata del suo mandato fino alla morte. La sua presenza costante rientrava in un preciso disegno politico della famiglia Medici, che vedeva nell’arcivescovo un’importante figura di mediazione tra Firenze e Pisa.
Tra le opere del suo episcopato la costruzione del palazzo fu certamente una delle più significative. L’ambizioso progetto infatti, degno di una domus cardinalis, fu predisposto sulla base dei moderni principi architettonici promossi da Leon Battista Alberti: riutilizzo delle strutture preesistenti, ricerca dell’armonia e delle proporzioni tra il tutto e le parti e razionale disposizione degli ambienti pubblici e privati.

Il modello ligneo del nuovo palazzo giunse da Firenze nel 1466 e fu realizzato da due architetti legnaioli fiorentini, Francesco di Giovanni detto il Francione e Bartolomeo di Fino detto Baccio Pontelli. La struttura quadrangolare, disposta intorno al vasto cortile centrale, incorporò gli elementi architettonici del precedente palazzo trecentesco, fatto edificare dall’Arcivescovo Simone Saltarelli (ala ovest e sud) e la chiesa di San Giorgio de ponte (angolo sud-est). Il prospetto est fu integrato al resto dell’edificio, mentre quello nord, più articolato e complesso, fu costruito ex novo.

Le opere murarie e la lavorazione dei marmi del cortile-peristilio, furono eseguite da Domenico di Giovanni da Milano e dalla sua bottega tra il 1464 e il 1476. Sono numerose le testimonianze documentarie sull’approvvigionamento del marmo proveniente da Carrara e le note di spesa riguardanti la movimentazione e la messa in opera del prezioso materiale. Il risultato finale fu la creazione di un luminoso cortile porticato (distante dal profondo e scuro cavedium rinascimentale), sormontato da una loggia aerea, simile a quelle ancora oggi presenti nel cortile della Sapienza di Pisa, nel chiostro del Museo dell’Opera del Duomo o in quello della chiesa di Santa Croce in Fossabanda.

Nel 1474, anno della morte del presule, fu completato il portale d’accesso al piano nobile del palazzo, come indica lo stemma di Filippo posto al vertice della cornice. Le dimensioni assai ridotte dell’apertura e il suo disallineamento rispetto all’arco della volta in cui è inserito suggeriscono che, in fase progettuale, il portone dovesse avere misure maggiori rispetto a quelle realizzate. È suggestiva l’ipotesi che un grande scalone d’onore avesse dovuto trovare ubicazione nel vano ancora oggi lasciato incompiuto all’esterno del palazzo (angolo nord-ovest), storicamente detto chiostra.

Your browser doesn't currently support this component
Please , update your browser

Sezioni del sito

Selezione lingua

  • Italiano
  • English
  • Deutsch
  • Français
  • Español