Struttura degli stati delle anime
1. Elenco con uomini e donne
1. Elenco con uomini e donne
Il Rituale Romanum del 1614, promulgato da papa Paolo V, introdusse l’obbligo per ogni curato di compilare lo status animarum con la finalità di verificare la condizione di tutti i fedeli rispetto ai sacramenti della comunione e della cresima. Si aggiunse talora anche il sacramento della confessione.
Con le sigle “C” per tutti e tre i sacramenti (foto 1.2, 1.3) oppure “Con” o “Conf” per la confessione, “Com” per la comunione, “Ch”, “Chr”, “Chus” o “Cre” per la cresima (come si può leggere nelle pagine di stati delle anime riportati nel percorso) si annotavano tale condizione o l’adempimento dell’obbligo pasquale per confessione e comunione.
Erano queste le sigle più frequenti, ma se ne usavano anche altre, come pure si potevano inserire segni e simboli vari. Nello stato delle anime di Verceia, in Valchiavenna, ad esempio, il parroco ricorse all’uso di una croce per identificare i non cresimati.
La finalità di appurare, innanzitutto, la condizione sacramentale va tenuta presente quando si consulta questa tipologia documentaria.
Non è infrequente, infatti, trovare stati della anime, in particolare quelli più antichi, ma non solo, con i nomi dei parrocchiani, al più l’età, senza però i loro legami familiari.
Un’unica suddivisione veniva fatta, uomini da una parte e donne d’altra, come nei due esempi che si presentano e che provengono da una parrocchia della città di Como, San Donnino, e da una parrocchia sull’altra sponda del Lago di Como, oggi in provincia di Lecco, in località Abbadia.
Con un’ulteriore differenza.
Mentre nel primo caso troviamo solo le persone “da confessione, comunione e confermazione” (foto 1.2, 1.3), con la precisazione in conclusione del numero delle anime che non avevano ancora ricevuto tali sacramenti, nel secondo caso il parroco era stato più accurato, riportando tutti i nominativi, suddivisi in quattro gruppi:
– «huomini admessi alla santa comunione et habitanti nella cura di San Lorenzo sopra Adda» (foto 2.2);
– «figlioli che non sono ancora admessi alla sacra comunione» (foto 2.3);
– «donne che sono admesse alla santa comunione» (foto 2.4);
– «figlie che non sono ancora amesse alla sacra communione» (foto 2.5).
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