Narrazioni artigiane: un filo di voci per valorizzare i tesori diocesani di Altamura
L’archivista racconta: occhi artigiani che riscoprono legami di bellezza
L’archivista racconta: occhi artigiani che riscoprono legami di bellezza
Voi non sapete chi sono, ma io – credetemi – ci metterei pochissimo tempo a sapere molte, moltissime cose di voi! Mi bastano i vostri nomi, qualche piccolo dettaglio, e credo sarei in grado di scoprire tanti particolari delle vostre famiglie di origine, delle storie legate ai vostri avi, ai vostri vicini di casa … Non solo! Potrei tracciare la mappa delle scelte della vostra comunità e persino trovare un modo per far conoscere vostri diritti, che magari non sapete neppure di avere.
No, non sono un mago!
Sono semplicemente un’archivista, e se non sapete cosa questo significhi, ve lo spiego subito: io praticamente creo, organizzo e gestisco un archivio.
Non sapete neppure cosa sia un archivio? Beh, un po’ me lo aspettavo.
Provo a spiegarmi meglio: un archivio è uno scrigno di informazioni che si nascondono in disegni, testi, fotografie, registri e altro materiale di importante valore culturale, storico, religioso, artistico o di tipo amministrativo. Sostanzialmente, un archivio è un deposito di documenti che qualcuno ha prodotto per scopi precisi come governare, amministrare una proprietà, gestire una realtà o anche svolgere semplicemente la sua funzione in modo più efficace. E per “qualcuno”, intendo una famiglia, un ente, un’istituzione, un’associazione o anche una singola persona.
È così da secoli! Ed ecco perché, stando nell’archivio della città dove siete nati e vissuti, potrei riuscire nella “magia” di farvi un bell’identikit, come dicevo all’inizio!
Il mio è un lavoro di lettura attenta, alla ricerca di collegamenti e di brillanti intuizioni. Le mie mani si muovono tra i documenti antichi, invecchiati, a volte ingialliti e consunti e riconoscono con facilità i legami tra le cose, i contesti, le familiarità che esistono tra una persona e l’altra e tra una storia e un’altra.
L’archivio storico diocesano di Altamura, che vi apprestate a conoscere meglio, conserva un patrimonio di oltre 4000 tesori, che noi esperti chiamiamo unità archivistiche!
Quante meraviglie ho scoperto al suo interno! Ci sono pergamene che vanno dalla seconda metà del 1200 al 1800 e documenti cartacei che riportano atti amministrativi e di culto, documenti anagrafici, ma anche le attività di conventi, monasteri, congregazioni laiche, …
Quanti aneddoti ho potuto ricostruire, spulciandoli uno ad uno e poi incrociando le informazioni!
Pensate che esistono due platee, che sono come dei registri in cui sono state annotate tutte le informazioni relative ai possedimenti dell’Amministrazione della chiesa dell’Assunta, chiamata Fabbriceria, per l’esattezza “Reverenda Fabbriceria dell’Assunta”. Questa importante chiesa, sin dal Cinquecento e fino alla prima metà del Novecento, ha prodotto una quantità importantissima di documenti in cui sono riportati i dettagli di gestione delle sue ricchezze. Benché non siano in un buono stato di conservazione, voi non avete idea di quanto materiale prezioso io abbia avuto modo di conoscere consultando questi testi, che sono anche realizzati con un bel gusto artistico!
E poi ci sono altri registri dettagliatissimi di amministrazione del Capitolo della Cattedra e pergamene interessantissime, come quella in cui si riporta un piccolo trattato anonimo con la descrizione di varie pratiche di digiuno da osservare in preparazione alla Pasqua.
È davvero immaginabile quanto si possa raccontare attraverso le carte e i documenti redatti – più o meno consapevolmente – ogni giorno!
Ciascuno di noi, infatti, costruisce e arricchisce quotidianamente il proprio personalissimo archivio. E lo fa proprio perché è portatore di memoria e cerca strumenti concreti per fissare nel tempo la propria storia, facendo in modo che sia leggibile e comprensibile nel futuro: cosa altro sono le nostre foto, i nostri documenti fisici e digitali, le dichiarazioni che ogni giorno compiliamo?
Quando osserverete il registro dell’Assunta, le platee e tutti i documenti dell’archivio diocesano, ricordate quanto sia prezioso lasciare tracce autentiche, precise e ordinate anche nella nostra vita quotidiana! Salvaguardate la memoria!
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