Il XIX secolo e il colera
Carzano e l’Infiorata
Carzano e l’Infiorata
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Carzano di Montisola e la Festa della Santa Croce
Nel luglio del 1836 il colera colpì con particolare virulenza il piccolo borgo di pescatori di Carzano di Montisola. Dei circa 200 abitanti, se ne ammalarono e morirono 31, poco meno di quarto della popolazione. Ecco allora che per scongiurare il pericolo le famiglie si strinsero intorno alla reliquia della Santa Croce custodita nella chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista e espressero un voto. Fu indetta una processione e le cronache del tempo ricordano come “il morbo cessò come per incanto dopo il passaggio della S. Croce”. Compiuto il miracolo e ottenuta la salvezza, le celebrazioni per sciogliere il voto non poterono che essere tanto grandiose quanto grande era stato il pericolo che avendo colpito soprattutto gli uomini giovani e attivi minacciava la sopravvivenza della stessa comunità.
Nacque così la Festa della Santa Croce di Montisola che ancora oggi è viva e vitale grazie al coinvolgimento dell’intera comunità che in essa si ritrova e si identifica ed ha la sua espressione più stupefacente nella cosiddetta “Infiorata” che, ogni cinque anni, trasforma il piccolo paese montisolano in un giardino incantato
A settembre in concomitanza con la festività dell’Esaltazione della Santa Croce, le vie vengono coronate dalla arcàde (arcate), le piazze, gli incroci e gli slarghi sono arricchiti dai bersòt (versione dialettale del francese berceau). Si tratta di architetture effimere in legno che gli uomini del paese costruiscono e poi ricoprono con rami di pino fatti arrivare appositamente sull’isola dalla vicina Valle Camonica. Tocca poi alle donne ornarle con migliaia e migliaia di fiori di carta che imitano le specie più svariate con straordinaria perizia. Nell’anno della festa, d’inverno e spesso in segreto, vengono confezionate rigorosamente a mano, rose di tutte le varietà, peonie, corolle di glicine, gigli, anemoni, tulipani, orchidee solo per citarne alcune. Si imitano i petali, i pistilli, le corolle con tecniche tramandate di madre in figlia, si fa a gara fra le famiglie del paese per chi realizza le opere più stupefacenti.
Solo poco ore prima dell’inizio della festa, i fiori vengono allestiti prestando una grande attenzione anche all’illuminazione che contribuisce ad aumentare la suggestione dell’insieme. Oggi le lampadine hanno preso il posto dei gusci di lumaca riempiti di olio che venivano usati anticamente.
L’insieme di queste architetture effimere fa da splendida ambientazione alle celebrazioni liturgiche e alla processione con la reliquia della Santa Croce, un intenso rituale che rinnova il ringraziamento della comunità di Carzano per lo “scampato pericolo”.
Montisola: una festa dei fiori per la fine del colera
Musica:
Sinfonia La Sofferenza degli innocenti– Resurrexit, K. Arguello
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