Il tesoro delle Sante Croci

Il Reliquiario rinascimentale

Il Reliquiario rinascimentale

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Il reliquiario della Santa Croce

 

Sul finire del Quattrocento, il Consiglio speciale e quello generale della città decidono di dotare la Reliquia insigne di un dignissimum tabernaculum che si concretizza un piedistallo che sostiene la preziosa croce.

Le ragioni di questa decisione possono essere molteplici: il nuovo gusto umanistico – rinascimentale fa percepire come “fuori moda” il reliquiario a cassetta usato fino ad allora per quanto prezioso; la signoria veneta da poco insediatasi in città induceva a una revisione e un rinnovamento non solo degli spazi urbani, ma anche del tesoro delle sante Croci dal valore simbolico tanto profondo per la città; si voleva una stauroteca che valorizzasse meglio la reliquia della Santa Croce ed evitasse ai religiosi di tenerla direttamente in mano durante le processioni.

L’incarico per questa nuova oreficeria viene dato al maestro Bernardino delle Croci, originario di Parma ma attivo a Brescia  almeno dal 1486, anno in cui l’estimo ne attesta la residenza nella prima quadra di San Faustino.

Nel 1487, Bernardino riceve il saldo per il suo lavoro: ha realizzato un piedistallo in argento dorato lavorato a fusione e decorato da motivi architettonici (pilastri, paraste architravi, nicchie e pinnacoli),   da figure a rilievo che rappresentano uomini con libri e cartigli (forse profeti o evangelisti), da racemi floreali realizzati a filigrana su un fondo di smalto. Si tratta di un’opera stupefacente concepita come fosse un piccolo edificio a pianta centrale e considerata uno dei capisaldi dell’oreficeria lombarda fra Umanesimo e Rinascimento.

Quando era necessario esporre la reliquia o portarla in processione, essa veniva posta sul piedistallo creato da Bernardino delle Croci, altrimenti la su custodiva nella stauroteca medievale. Questa soluzione, però, non doveva essere considerata ottimale se dal 1532 Giovanni Maria Mondella viene incaricato di realizzare un nuovo reliquario. Egli realizza una custodia su misura per la Reliquia Insigne fatta di due spessi cristalli di rocca che vengono sagomati per seguire la forma della croce a doppio braccio. Per legarli viene usato un bordo in lamina d’oro che segue tutto il profilo ed è arricchito da un fine motivo decorativo a tralci di vite in cui sono incastonati diamanti e pietre preziose. Giovanni Mondella non trascura di raccordare la sua “custodia” con il piedistallo fuso pochi decenni prima e lo fa con un nodo composto da un cuscino trapunto di gemme e da un calice fogliato.

Le due opere unite insieme custodiscono tutt’ora la Reliquia Insigne.

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