La Processione del Cristo Morto
I simboli della Passione nella Processione
I simboli della Passione nella Processione
La processione inizia, come una vera rappresentazione drammatica, con quattro confratelli che suonano le “battistrangole”, segue il portatore del teschio; un vero teschio, legato sopra a due tibie, che reca la scritta con inchiostro di seppia “così sarai un dì”. L’immagine è forte: è il prologo della scena che vuol descrivere il luogo dove si compie il dramma, appunto il Golgota, la collina sopra Gerusalemme dove è stato crocifisso Gesù Cristo, e che in ebraico significa luogo del cranio; seguono le tre croci del Calvario, quella del Cristo e dei due ladroni, la grande croce detta l’“Albero della Vita” (detta anche “Tronco”), per il riferimento alle Sacre Scritture, (Cfr. Genesi 2,9; Apocalisse 2,7 e 22,2). Dal sec. XIII la croce poteva essere raffigurata come albero della vita (lignum vitæ), simbolo della vittoria sulla morte. Secondo san Bonaventura, i cui scritti sono la fonte di questo motivo, la croce era l’albero della Conoscenza. Seguono ancora le due Croci raggiate emblemi della Compagnia del Crocifisso e della Compagnia del Carmelo che stavano all’interno della chiesa di Santa Croce: la Compagnia del Crocifisso aveva l’altare maggiore, quella del Carmelo il terzo altare a destra dedicato appunto alla Vergine del Carmelo. Sfilano poi tutti i simboli della Passione: il calice, la borsa dei trenta denari, la lanterna e la fiaccola, l’orecchio tagliato, il gallo, la corda per legare il Cristo, la colonna, i flagelli, il guanto di ferro la corona di spine, il catino la brocca l’asciugamano, il vessillo romano, la catena, la scritta I.N.R.I., il velo della Veronica, il sudario, i tre chiodi, il martello, la spugna, la lancia, la veste di Gesù, i dadi, la scala e le tenaglie. Ciascun simbolo è accompagnato da una torcia. Avanzano ancora le grandi torce offerte dal Comune, dalle Corporazioni delle Arti e Mestieri e da varie Associazioni cittadine. Procedono poi l’immagine del Cristo Morto sul cataletto coperto da un prezioso baldacchino e la statua della Madonna Addolorata su apposito apparato processionale raggiato. Le due immagini sacre sono accompagnate dai cantori del “Miserere”, il salmo penitenziale del Re David, la cui melodia polifonica è giunta fino a noi per tradizione orale. Non sappiamo a quando risale l’origine del coro del “miserere”, anche se la struttura musicale del canto fa pensare ad una composizione di primo Ottocento. Il canto del Miserere, in archivio, non viene mai citato nella composizione della processione fino al 12 marzo 1895, quando i Priori della Confraternita nel dare indicazioni con pubblico manifesto per lo svolgimento della Processione, citarono “i cantori dell’armonioso Miserere”.
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