Approfondimento
Le Madonne di Antonello Gagini e della sua scuola nella Diocesi di Caltagirone
Le Madonne di Antonello Gagini e della sua scuola nella Diocesi di Caltagirone
Intorno al 1459 Domenico Gagini, scultore proveniente da Bissone, si stabilì a Palermo creando la più importante bottega di scultura del rinascimento siciliano. Il figlio Antonello Gagini ne curò lo sviluppo alla morte del padre, avvenuta nel 1492 avvalendosi di grandi collaboratori come Antonio e Bartolomeo Berrettaro, Giuliano Mancino e altri. Nella Diocesi di Caltagirone sono custodite alcune opere attribuite al sommo scultore del rinascimento siciliano Antonello Gagini: la Madonna della Catena, custodita nella chiesa di Santa Maria di Gesù, e la Madonna di Monserrato, datata 1532, collocata nella chiesa del SS.mo Salvatore, attribuita al maestro Antonello Gagini con il parere concorde della critica; entrambe le opere secondo la tradizione arrivarono insieme a Caltagirone. Nella chiesa di San Bonaventura è custodita la Madonna della Salute che riporta alcune segnature che indicano l’autore in Antonello Gagini e la data del 1516. Nel 1542 Antonino Gagini, figlio di Antonello, consegnò la statua della Madonna del Rosario per la Confraternita omonima istituita a Caltagirone nel 1504. Nella chiesa di Santa Maria del Monte è custodita la statua della Madonna del Salterio attribuita a Giuliano Mancino ascrivibile al primo ventennio del XVI secolo. Ad allievi della bottega scultorea della famiglia Gagini è possibile attribuire la statua della Madonna delle Mercede custodita nella cattedrale di San Giuliano, ascrivibile agli albori del XVII sec. Nella città di Vizzini, la chiesa di Santa Maria di Gesù conserva la statua della Madonna con il Bambino ed il cardellino detta Nostra Signora delle Grazie. Nella città di Militello in Val di Catania due simulacri della Vergine Maria sono ascrivibili alla scuola dei Gagini: la Madonna di Trapani proveniente dalla chiesa di San Leonardo in Militello, copia dell’originale di Nino Pisano, e la Madonna del Carmine proveniente dalla chiesa di Sant’Antonio Abate; mentre i rilievi della lunetta del portale della chiesa di Santa Maria la Vetere potrebbero essere opera giovanile di Antonello Gagini.
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