Tra XVII e XVIII sec: la Controriforma
Il battesimo nelle visite pastorali
Il battesimo nelle visite pastorali
Il periodo della Controriforma, sull’onda delle indicazioni fornite dal Concilio di Trento, rappresenta il momento in cui la Chiesa si dota di disposizioni e linee guida più definite che interessano non solo la vita ecclesiale, ma anche quella di ogni fedele. Così anche il battesimo è oggetto di attenzioni: sono infatti fornite indicazioni sulle forme architettoniche e artistiche, mentre il rito assume una forma e una prassi standard. A titolo di esempio si cita il sinodo della Diocesi di Asti del 1689, celebrato da mons. Innocenzo Migliavacca, che dedica 11 pagine all’argomento.
La necessità di vigilare sull’applicazione di questi decreti e sull’allineamento alla dottrina ufficiale ha comportato l’obbligatorietà dell’istituto della visita pastorale. Il Vescovo diocesano, che dal Concilio di Trento risiede nel territorio di sua competenza, ha l’obbligo di visitare la sua Diocesi periodicamente, sia negli aspetti materiale (visitatio rerum) sia in quelli pastorali (visitatio hominum). Questo genere di ispezione periodica ha prodotto molta documentazione che attesta l’interesse e l’attenzione della Chiesa verso il mantenimento (o eventuale correzione) dell’insegnamento cristiano: sono presenti decreti di indizione della visita, questionari e relazioni compilate dai parroci. È da questo periodo che compare la domanda sul battistero e sulle modalità e tempistiche di provvisione: in alcune relazioni inerenti alla parrocchia di S. Anna di Chiotti (Castelmagno) si scopre la nota sulla presenza di ostetriche per battezzare e sulla cura con cui si provvedeva il sacramento in tempi rapidi, vista la posizione montana della comunità. Così anche in tutte le altre parrocchie, il visitatore si preoccupa che questo primo sacramento sia amministrato nei modi corretti e prima di eventuali morti premature, oltre che secondo formule fisse che dovevano essere conosciute anche dalle ostetriche.
All’interno della struttura visitale questo sacramento avrà da ora in poi una sezione dedicata: essa subirà nel tempo delle modifiche, seguendo lo sviluppo della sensibilità sia della Chiesa sia della popolazione. E’ interessante comunque notare come anche in queste domande emergano altre informazioni. Nella relazione sulla parrocchia di Argentera, per esempio, si segnala il problema del gelo dell’acqua santa che non trova impedimenti in nessuna rubrica (come annota ironicamente il parroco).
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