Le fonti di acqua viva nella Diocesi di Cuneo
Tra XIV e XVI sec: nascono le parrocchie
Tra XIV e XVI sec: nascono le parrocchie
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Tra il 1200 ed il 1400, parallelamente alla formazione dei comuni, i territori delle vaste pievi medievali si strutturano in parrocchie, in cui la cura pastorale tende alle dimensioni del territorio comunale.
I centri cristiani sorti nella tarda antichità presso i municipi romani hanno formato nei secoli la plebs christiana, tanto da restare unità ecclesiali (le pievi) anche quando le amministrazioni romane scomparvero nella frantumazione di piccoli feudi. La rifioritura demografica ed economica dopo il 1000 portò la ripresa o la formazione di nuovi borghi sempre più popolati, i cui abitanti, ormai cristiani, si dotarono di chiese, concesse come tituli delle grandi pievi, con la presenza stabile di un prete. Nel volger di un paio di secoli queste ‘chiese di vicinanza’, indicate ora con l’antico nome proprio di parrocchie, ottennero di celebrare i sacramenti fondamentali per la vita dei fedeli: battesimo, matrimonio e funerale.
Elemento chiave in questo riconoscimento della parrocchia fu il fonte battesimale, inserito con una propria struttura stabile all’interno della chiesa parrocchiale. L’importanza del fonte battesimale è dimostrata dalla consistenza della sua fattura: in pietra scolpita con forme monumentali ben definite: base solida, fusto spesso ornato da un nodo, tazza elegante in una cornice ottagonale, per lo più scandita da caratteri in bassorilievo con le parole del Credo.
Tali strutture ebbero la forma elegante delle fontane pubbliche di epoca gotica, che nello stesso periodo le comunità costruivano al centro del paese, ed erano opera delle medesime maestranze di lapicidi. Nell’area di attività della bottega degli Zabreri, a cui sono attribuiti molti fonti battesimali, vi è uno dei capolavori della pittura gotica, la “fontana della giovinezza”, realizzata nel castello di Manta, attestante i confini spesso incerti tra il rito battesimale cristiano e le attese mitologiche dei benefici dell’acqua.
Il valore emblematico di questi fonti battesimali rimase nei secoli, tanto che anche nelle modifiche degli edifici o addirittura nel cambio di sede della parrocchia in chiese più moderne, si mantennero in uso i battisteri gotici. Essi costituiscono un patrimonio di continuità nel culto, più stabile ad esempio degli altari; infatti sono rari gli altari o i tabernacoli anteriori al 1500, mentre si conservano decine di battisteri gotici.
Poiché dopo il 1000 il battesimo era conferito abitualmente ai bambini, era quindi sufficiente una vasca piccola; inoltre si diffuse il rito per infusione, per cui era più comoda una tazza battesimale più elevata.
Per un certo periodo si mantenne l’uso di battezzare solo nel tempo pasquale, conservando l’acqua benedetta nella veglia santa; per questo la vasca venne suddivisa in due: una parte per contenere l’acqua ed una per infonderla sul battezzando, lasciandola defluire da un foro nel terra sottostante.
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