Gli antifonari della Cattedrale
Antiphonarium de tempore ab adventu usque ad Septuagesimam
Antiphonarium de tempore ab adventu usque ad Septuagesimam
<< Hodie in Jordane baptizato domino aperti sunt caeli et sicut columba super eum spiritus mansit et vox patris intonuit hic est filius meus dilectus in quo mihi complacui
Oggi il Signore è stato battezzato nel Giordano, si aprirono i cieli e lo Spirito discese come una colomba e la voce del Padre disse: questo è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto >> (pp. 139-140)
L’antifonario contiene le antifone del periodo liturgico compreso tra l’Avvento e la Settuagesima (la terza settimana prima della Quaresima).
Il codice, membranaceo, presenta una numerazione successiva (secoli XVII-XVIII) in inchiostro nero per pagine, cifre arabiche poste in mezzo al margine esterno. La rigatura è ad inchiostro bruno per il testo e rosso per la musica. La scrittura è una gotica libraria (si individuano almeno cinque mani) in inchiostro nero; titoli e iniziali rubricati in rosso. Sei linee di testo si alternano a sei righi musicali (tetragramma rosso, notazione musicale quadrata). La legatura è formata da due tavole di legno rivestite di pelle marrone. Piatti e labbri parzialmente ricoperti di lamina sbalzata a motivi floreali, agnello con vessillo e monogramma IHS. Sul piatto posteriore si trova una targhetta in pergamena fissata con sei borchie recante l’intitolazione: Antiph(onarius) de te(m)pore ab adventu usq(ue) ad Septuag(esimam).
Le miniature figurate presenti nel codice corrispondono a celebrazioni particolarmente significative: Natale, S. Stefano protomartire; Battesimo (prima domenica dopo l’Epifania); Settuagesima (con i salmi penitenziali di Davide dal momento che la liturgia da quel giorno richiama all’espiazione dei peccati). In questo corale vi sono anche numerose iniziali decorate a motivi floreali di fattura assai curata. Le poche scene miniate di questo codice si presentano varie per soggetti e stile dando l’impressione che l’artista sia meno ripetitivo nell’utilizzo dei suoi tipici modelli iconografici.
Nella miniatura dell’iniziale “H”, relativa alla prima domenica dopo l’Epifania, è rappresentato il battesimo di Cristo. Qui Jacopo da Balsemo, dimostra una maggiore attenzione alla resa anatomica del nudo umano, alle positure dei corpi ed alla resa della trasparenza delle acque, che ricorda i dipinti, con medesimo soggetto, del Verrocchio e di Leonardo (1475) oggi agli Uffizi.
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