Gli antifonari della Cattedrale

Antiphonarium de tempore a Septuagesima usque ad dominicam Palmarum

Antiphonarium de tempore a Septuagesima usque ad dominicam Palmarum

<<Locutus est Dominus ad Moysen, dicens: descende in Aegyptum, dic Pharaoni, ut dimittat populum meum: induratum est cor Pharaonis non vult dimittere populum meum, nisi in manu forti

Il Signore parlò a Mosè, dicendo: Scendi in Egitto, e di ‘al faraone che lasci andare il mio popolo; il cuore del faraone induritosi non volle lasciare andare il popolo, ma lo trattenne con forza>> (pp. 270-271)

 

L’antifonario contiene le antifone del periodo liturgico compreso tra la Settuagesima e la Domenica delle Palme. In origine il codice conteneva 7 miniature figurate in corrispondenza di importanti passi biblici, che nella liturgia della Veglia Pasquale, ripercorrono la storia dell’uomo dalla creazione, alla caduta nel peccato, sino alla promessa di redenzione eterna.

Il codice, membranaceo, presenta una numerazione per pagine (paginazione sette-ottocentesca) in cifre arabiche in inchiostro nero in mezzo al margine esterno del foglio. La rigatura è ad ad inchiostro bruno per il testo e rosso per la musica. La scrittura è una gotica libraria (si individuano due mani) in inchiostro nero; titoli e iniziali rubricati in rosso. Sei linee di testo si alternano a 6 righi musicali (tetragramma rosso, notazione quadrata). La legatura è formata da due tavole di legno rivestite di pelle marrone. Piatti e labbri parzialmente ricoperti di lamina. Entrambi i piatti hanno decorazione in lamina metallica lungo tutti i margini, sbalzata a motivi floreali, monogramma IHS in diversa combinazione sui piatti superiore e inferiore. Sul piatto inferiore è presente una targhetta in pergamena fissata con sei borchie recante intitolazione Antiph(onarium) a Septuage(sima) u(s)q(ue) ad dom(inicam) Pal[marum].

Dal punto di vista artistico, nelle miniature si può notare la presenza di molte immagini “di routine”, in cui Jacopo Da Balsemo ripete la stessa iconografia. Ne è un esempio la miniatura selezionata “Mosè a colloquio con Dio” (p. 270), che ripropone il medesimo schema compositivo di “Noè a colloquio con Dio” (p. 44) e “Mosè impetra per il suo popolo” (p. 320). Nella miniatura di p. 270 si vede Mosè inginocchiato che tende le mani al cielo e Dio a mezzo busto con le braccia aperte.

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