LA CONCATTEDRALE DI SAN TOMMASO APOSTOLO DI ORTONA
I portali tra passato e presente: note di restauro
I portali tra passato e presente: note di restauro
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Antiche testimonianze di straordinario fervore artistico, plasticità narrativa e, non da ultimo, di resilienza del patrimonio culturale a fronte delle numerose distruzioni e ricostruzioni, i due portali della Concattedrale di Ortona si configurano come sopravvivenze del passato medievale: in facciata, il portale duecentesco con arco a ogiva e, sul fianco laterale, il portale già firmato sull’architrave dall’artefice Nicola Mancino di Ortona nel 1312, secondo quanto tramandato da Vincenzo Bindi e da Francesco Paolo Recchini.
Il portale duecentesco, svevo, su Vico dell’Orologio, è pervenuto quasi integro. È caratterizzato dall’accentuata strombatura con colonne piatte scanalate alternate da colonnine circolari sovrastate da capitelli con ornamenti floreali che si pongono come elementi intermedi e funzionali allo sviluppo del coronamento ad arco acuto con ornamenti geometrici e fregi sinusoidali.
Il portale trecentesco, angioino, in diretta connessione con l’antistante Piazza San Tommaso, rappresenta l’evoluzione in senso monumentale e stilistico del portale svevo oltre che “il vero momento di svolta nel quadro dell’Abruzzo meridionale”; il risultato attuale è il frutto di restauri e ricomposizioni eseguiti a partire dal 1947 sotto la direzione della Soprintendenza ai Monumenti in seguito alle distruzioni belliche. La sua maestosità è direttamente connessa alla più accentuata strombatura con una serie di colonnine in tre ordini sovrapposti, scolpite con l’alternarsi di figure simboliche e disegni geometrici.
Rispetto al portale svevo, la lunetta è funzionale alla presenza di sculture e motivi decorativi: la Vergine con il Bambino, al centro, in un’edicola trilobata, e ai due lati rispettivamente San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista.
Recentemente, la conclusione dei lunghi lavori di messa in sicurezza, consolidamento della facciata e restauro conservativo dei portali in pietra ha permesso di riconsegnare al culto e alla cittadinanza il monumento nella sua integrità. Sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle province di Chieti e Pescara, professionisti privati come progettisti, architetti e restauratori hanno collaborato nell’articolazione in tre lotti di un lavoro complesso e sistematico.
Particolarmente soddisfacente si è rivelato il restauro del paramento lapideo esterno della chiesa, che si presentava in condizioni di degrado materico per cause fisiche e chimiche che avevano alterato le parti più antiche occultando le cromie originarie, tornate alla luce con tutta la loro qualità storico-artistica perché realizzate attraverso pellicole pittoriche di pregio e risalenti con molta probabilità al XIII secolo.
Le fasi preliminare-conoscitivo-diagnostica e quella successiva di tipo operativa articolata nella prepulitura generale delle superfici lapidee, stuccature dei giunti, lesioni e fessure, si sono concluse nella fase finale di protezione delle superfici litiche restaurate dagli agenti atmosferici e dagli attacchi biologici mediante la stesura di un prodotto protettivo idrorepellente e traspirante.
In tal modo, i portali della Concattedrale di San Tommaso Apostolo ad Ortona sintetizzano anche gli ultimi sviluppi e le tendenze scientifiche degli interventi di restauro, configurandosi come superfici storiche rinnovate dalla modernità del restauro a fronte delle lacune cagionate dalla distruzione bellica.
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