La Cattedrale di San Lorenzo martire a Viterbo
Sacrestia
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Se ne trova notizia fin dal 1552, per un cottimo di lavori. Il card Brancaccio, nel 1650, ne sostiene una nuova spesa. Ristrutturata e nuovamente inaugurata nel 1676. Viene sistemata nella forma odierna nel 1793 dal card. Muzio Gallo, vescovo di Viterbo.
E’ formata da un’ampia sala con arredamenti in noce, arricchiti da capitelli e dorature, opera del viterbese Giuseppe Antolini, architetto, che li disegnò, e di Luigi Cappuccini, ebanista, che li realizzò [Galeotti]. Il vasto ambiente rettangolare al quale si accede attraverso un piccolissimo ambiente che collega alla navata sinistra. Sul portale ligneo un grandioso stemma in legno dipinto del card. Gallo. Sulla parete di fondo si aprono due finestre ai lati di un altare centinato. Il soffitto è dipinto a finti lacunari, entro alcuni dei quali figura lo stemma de card. Gallo. Al centro della volta il quadro opera di Carlo Maratta (1625-1713), oggi nella navata di sinistra.
Piuttosto elegante e fine l’esecuzione degli armadi, in specie nella soluzione intorno alle due finestre dove il paramento ligneo sembra diventare elemento architettonico che fa da cornice alle due aperture. Gli sportelli e i pannelli sono finemente sagomati, riquadrati da colonne coronate d capitelli dipinti a finto oro, così come i festoni che raccordano le colonne [Pampalone].
Al centro un Crocifisso ci cartapesta del XVII secolo, raffigura il Cristo in croce coperto con un perizoma di stoffa con ricami in oro, opera di maestranze artigiane locali [Pampalone].
Sul pavimento lo stemma del card. Gallo. Entro un quadrato in marmo grigio, si iscrive un cerchio sul quale corre una iscrizione. All’interno del cerchio compare lo stemma del cardinale.
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