La Cattedrale di San Lorenzo martire a Viterbo

Cappella della Madonna (o del Salvatore, o di S. Caterina)

Cappella della Madonna (o del Salvatore, o di S. Caterina)

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È posta fuori dal perimetro vero e proprio della chiesa. Un Altare del SS. Salvatore è già presente in cattedrale nel 1442, fatto costruire dall’arciprete Battista Cordelli. Nel 1457 è citata una Cappella dell’Annunziata di cui è patrona l’Arte dei Mercanti [Signorelli], vi è anche inserito lo stemma della corporazione. Solo nel 1584 si ha notizia di una Cappella di santa Caterina [Galeotti].

La cappella è abbellita da alcuni affreschi, tra cui quello raffigurante la Vergne assisa su un trono, recante la scritta “Ave Maria gra.”. Pampalone lo descrive come un frammento di affresco raffigurante la Madonna, su un trono marmoreo con decorazioni tipiche del tardo gotico, sorreggente il Bambino sulle ginocchia, mentre un angelo accorre da destra, in volo. La composizione è su sfondo azzurro. Un’ampia lacuna ricopre il corpo dell’angelo mentre una grossa crepa traversa diagonalmente il volto della Vergine. Nel programma dei lavori di restauro e abbellimento che si attuò nella chiesa tra fine 1300 e i primi del 1400 deve sicuramente collocarsi anche questo affresco di fattura piuttosto raffinata [Pampalone].

Nel sottarco della finestra sono raffigurati San Francesco e san Bernardino. A sinistra del rosone è san Francesco, in piedi, in abito monastico, con le braccia aperte per ricevere le stimmate. A destra del rosone è san Bernardino con la tonaca grigia, e tra le mani regge una tavoletta rossa col segno di Cristo. Al di sopra del rosone, entro un medaglione, è dipinto un Crocifisso fra due teste di cherubini. Nello sguincio è al centro un medaglione con l’Eterno, ai lati altri due medaglioni con putti. Nelle zone vuote decorazioni a tralci di foglie. È il registro superiore della parete affrescata con lo Sposalizio mistico di santa Caterina. Più che nelle figure è nella decorazione del sottarco del rosone che si nota il provincialismo di tono modesto del lavoro[Pampalone].

In basso lo Sposalizio mistico di santa Caterina. Al centro della composizione è la Vergine – seduta su un trono a pilastrini sorreggenti un architrave – che tiene il bambino ritto in piedi in atto di infilare l’anello a santa Caterina di Alessandria, in piedi sulla destra del trono. A sinistra del trono è invece santa Caterina da Siena, con veste verde e manto rosa, con la croce nella destra e un libro nella sinistra. Eseguito nel momento in cui la chiesa subiva all’interno lavori di abbellimento, l’affresco si presenta come esempio abbastanza interessante della scuola del Pastura, che esercitò una attività piuttosto nutrita in tutta la zona laziale. Alcune incertezze o elementi grossolani (come lo sproporzionato anello e le affinatissime dita di santa Caterina) interrompono qua e là il tono modesto, ma schietto, della composizione [Pampalone].

La colonna del Salvatore. Sopra la porta della cappella, dentro una cornice ovale, si trovava un segmento della colonna (in origine vicina alla porta) che fu asportato insieme all’immagine dell’Ecce Homo ivi dipinta, in seguito ad un prodigio straordinario tramandatoci da Niccolò Della Tuccia: nel 1442 “Un ribaldo barattiere, narrava il cronista, con un coltello diè nella gola ad un Salvatore che sta dipinto in una colonna dentro S. Lorenzo e subito n’uscia sangue vivo a colui fuggì a Vallerano e tutte le membra se gli spalparono e non pole morire finchè non confessò il peccato” [D. Tuccia, p. 51 – che riferisce il fatto al 1443, ma risulta che fin dall’ano inanzi facevansi rilevanti oblazioni all’altare del SS. Salvatore][Signorelli].

Siffatto portento suscitò grande scalpore nel popolo, che a quella immagine sacrilegamente sfregiata attribuì in seguito altri miracoli, aumentando le elargizioni de’ devoti che accorrevano a venerarla e ad implorarla. Col provento di queste ed altri redditi, la cui quarta parte si chiese al Papa che fosse destinata alla manutenzione della chiesa, e grazie all’oculata amministrazione tenuta da Battista Cordelli, arciprete dal 1445 al 1461 e commissario speciale della fabbrica, dopo essersene discusso lungamente in consiglio, si potè porre mano ad importanti restauri della Cattedrale [Signorelli]. Il Salvatore si ricorda ancora nel 1639. Nel 1643 l’immagine fu trasportata dal colonnato di sinistra, nella cappella di S. Giovanni Battista a destra mentre da altre fonti sembra fu trasportata nella cappella dell’Assunta (G. Signorelli). Ultima menzione si ha nel 1861 [Galeotti].

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