Approfondimento
Il ritorno dei monaci a Chiaravalle di Milano. 1952-2022
Il ritorno dei monaci a Chiaravalle di Milano. 1952-2022
Era il 24 fiorile dell’anno VI repubblicano (14 maggio 1798) quando il Direttorio, a seguito di una risoluzione adottata dal Gran Consiglio della Repubblica Cisalpina emetteva il decreto di soppressione dell’Abbazia di Santa Maria di Chiaravalle di Milano. I monaci, costretti ad abbandonare il loro monastero, erano in quel momento 17: 14 sacerdoti e 3 conversi. L’anno successivo, su richiesta degli abitanti del borgo, venne eretta la parrocchia e ciò contribuì a salvare la chiesa; gli altri edifici claustrali, divenuti proprietà del demanio comunale, furono in gran parte distrutti per far posto alle abitazioni dei contadini.
Un po’ alla volta fu demolito il grande chiostro bramantesco che fu totalmente spazzato via nella costruzione della linea ferroviaria a ridosso della chiesa nel 1860-1861 (fig.2). Stessa sorte toccò anche al chiostro piccolo del periodo gotico di cui si conservò solo la parte aderente al lato della chiesa (fig. 3).
Per buona parte dell’Ottocento l’abbazia non ebbe quasi più rilievo; fu soltanto alla fine del secolo che iniziarono i primi restauri.
Nel 1931 l’abate presidente della Congregazione Cistercense di San Bernardo p. Edmondo Bernardini scrisse all’arcivescovo Ildefonso Schuster per richiedere il ritorno dei monaci a Chiaravalle. La risposta della diocesi milanese fu negativa, i motivi furono ricondotti essenzialmente all’insalubrità del luogo, all’assenza di un monastero e al fatto che la parrocchia in quel momento non era vacante (fig. 4).
Fu invece lo stesso arcivescovo nel gennaio 1952 a scrivere all’abate presidente p. Gregorio Billi invitando i monaci cistercensi a ritornare nell’antica abbazia milanese (fig. 5). Il progetto di ritorno venne subito accolto con favore dalla Congregazione che non fece attendere la propria risposta, riconfermata poi nel mese di febbraio da un lungo biglietto di Schuster nel quale si fissavano le coordinate per il ritorno. Il 2 marzo 1952 tre monaci, dopo 154 anni, facevano ritorno a Chiaravalle. In quello stesso giorno sul quotidiano L’ITALIA veniva pubblicato il saluto accorato del card. Schuster (fig. 9).
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