Il pergamo della Chiesa di San Michele in Borgo di Pisa, tra passato e futuro

Visita virtuale della prima sala del Museo nazionale di San Matteo di Pisa

Visita virtuale della prima sala del Museo nazionale di San Matteo di Pisa

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Il Museo nazionale di San Matteo, che raccoglie opere provenienti dai principali edifici ecclesiastici della città e del territorio, ha sede dal 1949 presso l’ex monastero benedettino fondato nel 1027. La raccolta trae le sue origini dal primo nucleo di dipinti di “primitivi” su fondo oro raccolti dal canonico Sebastiano Zucchetti e donata nel 1796 all’Opera del Duomo di Pisa. Nel secolo successivo si aggiungono altre opere pittoriche e scultoree appartenenti a chiese e monasteri soppressi in epoca napoleonica e post-unitaria, raccolti a scopo didattico dalla locale Accademia di Belle Arti. L’eterogenea collezione confluisce nel 1893 nel nuovo Museo Civico, allestito per volere di Iginio Benvenuto Supino presso il convento di San Francesco. Dopo la Seconda guerra mondiale la collezione diventa statale e le opere di provenienza ecclesiastica confluiscono nel Museo di San Matteo, inaugurato il 13 novembre 1949.

Il Museo raccoglie oggi una vasta collezione di opere di artisti locali, toscani e stranieri del Medioevo e del Rinascimento. Particolarmente ricca la collezione di pittura, una delle più notevoli al mondo per l’arte cristiana. Il museo conserva anche importanti testimonianze di codici miniati (secoli XII-XIV), di scultura lignea del Trecento e del Quattrocento, di ceramiche medievali (oltre 600 rarissimi bacini ceramici di fattura islamica dei secoli X-XIII e maioliche arcaiche pisane dagli inizi del XIII secolo).

La prima sala – ricavata nel ‘retrochiesa’, spazio aggiunto nel XIII secolo alla chiesa di San Matteo – raccoglie la collezione di sculture lapidee dal primo Medioevo al Quattrocento, tutte opere provenienti dai maggiori edifici sacri della città (San Michele in Borgo, San Sisto, San Francesco, Santa Maria della Spina). Qui si conservano – in una posizione e disposizione che non valorizza né permette una corretta lettura del manufatto – i principali elementi che costituivano l’antico pergamo di San Michele in Borgo.

Si ringrazia il dott. Dott. Stefano Casciu, Direttore della Direzione regionale dei musei della Toscana, per l’autorizzazione alla pubblicazione e la Dott.ssa Maria Falcone per le didascalie delle opere esposte.

 

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