Approfondimento

Il Natale nell’arte

Il Natale nell’arte

La celebrazione del Natale nella tradizione cristiana si impose intorno al IV secolo per soppiantare la festa del “dio sole mai vinto”, legata al solstizio d’inverno. Anche per questo motivo, oltre che per la tradizione neotestamentaria e apocrifa, elementi iconografici del Natale sono la luce e le tenebre. Epifania e teofania di Dio, la manifestazione del bambino Gesù diviene uno dei soggetti con valore liturgico e teologico per lo stretto legame esistente fra il Corpo di Cristo ed il pane eucaristico.

 

Annunciazione e Natività di Gesù,  Paolo Veneziano (1350)

Appare curioso il modo di leggere il mistero della natività nella cornice pasquale. L’iconografo rappresenta la mangiatoia come un sarcofago. La nascita celebra la nuova creazione (la terra che si squarcia) che si compie nel mistero della passione morte e resurrezione di Cristo. Il richiamo all’eucarestia è dato dall’asino e il bue che leccano il corpo del bambino.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pala d’altare con l’Adorazione dei pastori, Giovanni Girolamo Savoldo G. (1480 circa – 1548 post)

L’opera celebra il mistero dell’Incarnazione nell’umiltà della sacra famiglia. Dio si è fatto uomo (in latino homo) umiliandosi per raccogliere la debolezza umana. Per questo è deposto a terra (in latino humus) davanti alla pietra che, come recita il salmo, “scartata dai costruttori è divenuta testata d’angolo”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Madonna Immacolata e Gesù Bambino con santi e donatori, Antonio Vassilacchi (1556 – 1629)

Non ogni raffigurazione della Madonna col Bambino raffigura una natività. Anche questo esempio, che rientra nel ciclo delle sacre conversazioni, vede raffigurati dei santi accanto a Maria e Gesù. L’impianto è assai diverso dalle immagini di presepe illustrate sino ad ora.

 

 

 

 

 

 

 

Adorazione dei pastori, Ambito veneto sec. XVI, 

Lo squarcio nel luogo della nascita sottolinea l’irruzione della novità di Cristo tra le rovine del mondo antico. La chiesa, povera costruzione che fa da sfondo, nasce sulle rovine dell’antica sinagoga secondo un ricorrente modulo iconografico della natività: “riedificherai le rovine antiche, le ricostruirai sulle fondamenta abbandonate” (Isaia 58,12).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Natività, Antonio Balestra (1666 – 1740)

Già nel Trecento molti artisti cercavano di irradiare attorno al corpo del bambino Gesù una aureola di luce. Facendo riferimento al prologo del vangelo di Giovanni (che non narra la natività) l’autore trasforma il bambino in una fonte di luce che come dice l’evangelista illumina le tenbre e apre gli occhi alla fede.

 

 

 

 

 

 

 

 

Adorazione dei pastori e San Girolamo, Paolo Caliari, Veronese (1528 – 1588)

La nascita di Gesù, ambientata nell’atrio della dimora di un nobile veneziano, ricorda che “se il Signore non costruisce la casa invano faticano i costruttori”. Qui una pala d’altare ha come sfondo una casa privata. L’eucarestia celebrata davanti a questo dipinto associava l’azione liturgica all’immagine del bimbo posto sulla pietra e dell’agnello offerto dal pastore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Natività di Gesù con Santi, Cima da Conegliano (1459? – 1518?)

La strada che sullo sfondo porta verso la citta sulla sinistra si allarga contro le regole prospettiche a richiamare la seduzione del mondo. La strada verso la gerusalemme celeste si inerpica verso il simbolo di una città ottagonale. Guidati dalla fede (l’arcangelo Raffaele che guida Tobiolo) si giunge al mistero del nascere e del morire che questa pala illustra, commissionata da un nobile per la morte del figlio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Madonna con Gesù Bambino,  Alvise Vivarini sec. XV

Il sonno del bambino richiama la morte, tema frequente nelle natività. E’ l’immagine della pietà ricondotta all’inizio dell’esistenza di Gesù. Il bimbo accetta insieme alla madre orante il mistero dell’offerta del dolore per amore dell’umanità, che assiste a questo quadro si intima sofferenza e di sconfinata speranza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Adorazione dei Magi,Domenico Robusti (1560 – 1635)

Un dipinto che sintetizza la passione di Gesù sin dalla nascita. La passione è richiamata dalle colombe poste ai piedi della mangiatoia e dal calice sorretto dal bambino. Sullo sfondo le scene della fuga in Egitto e della presentazione al tempio che richiama la circoncisione. L’offerta della vita di Cristo è associata all’azione dell’offertorio eucaristico simboleggiato dai doni dei magi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Asino, Bottega vicana sec. XX, 

E’ in un vangelo apocrifo che sono ricordati l’asino ed il bue, richiamando un passo di Isaia: il bue conosce il suo padrone, l’asino la greppia del padrone.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bue, Bottega vicana sec. XX

E’ in un vangelo apocrifo che sono ricordati l’asino ed il bue, richiamando un passo di Isaia: il bue conosce il suo padrone, l’asino la greppia del padrone.

 

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