Il Museo Oratorio San Rocco a Trapani. Un luogo, un'idea, un'esperienza
La presenza francescana a Trapani
La presenza francescana a Trapani
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La diversità attuale del tipo di saio indossato dai frati francescani e le numerose varianti nella denominazione delle “famiglie” in cui storicamente si è diviso l’Ordine, ruota attorno ad una tripartizione in tre famiglie principali pienamente autonome e indipendenti: i Frati Minori Conventuali, stabilizzatisi molto presto nella vita regolare della comunità, gli Osservanti detti anche Zoccolanti, dediti alla mendicità seguendo l’esempio di Francesco, uomo di Dio senza fissa dimora, i Frati Minori Cappuccini.
Tutte queste famiglie giunsero in fasi alterne a Trapani e fondarono le loro chiese con annessi conventi o monasteri. I Conventuali si insediarono nella zona a sud ovest della città. Nel 1224 il beato Angelo da Rieti stabilì la prima comunità nella chiesa di Santa Caterina o Santa Maria Egiziaca, nelle adiacenze del Consolato di Alessandria d’Egitto, lì i frati trascorsero il primo periodo della loro permanenza in città. Durante il regno degli Angioini, da sempre devoti all’Ordine francescano, l’affluire di elemosine consentì di costruire una nuova chiesa ed un piccolo convento adiacente alla stessa. L’edificio, terminato nel 1274, era ad una sola navata. Di esso nulla è rimasto dopo la costruzione della nuova chiesa dedicata a San Francesco d’Assisi alla fine del secolo XVI, su progetto dell’architetto francescano Bonaventura Certo. Ancora oggi la chiesa, arricchita dagli splendidi stucchi opera di Cristoforo Milanti, è aperta al culto ed è stata oggetto di un recente restauro mentre il convento, di proprietà comunale, è in parte inutilizzato, dopo essere stato adibito a scuola professionale (lato est), ed in parte è oggi dedicato ad Istituto nautico (lato sud) e scuola elementare (lato ovest).
I Cappuccini, giunti in città alla metà del XVI secolo, si insediarono intorno al 1560 in un’area sabbiosa tra le falde del monte Erice e il mare, dove oggi sorge il cimitero cittadino. Il convento, costruito intorno ad una chiesa dedicata all’Epifania, fu il più antico insediamento cappuccino a Trapani e venne definito “loco vecchio” quando i padri, a partire dai primi anni del Seicento, eressero un nuovo convento (il cosiddetto “loco novo”) sulla punta occidentale della città, fuori le mura. A causa infatti dell’insalubrità dell’aria, percorsa da venti salmastri, che non consentiva la coltivazione dei prodotti necessari al sostentamento della comunità, i religiosi Cappuccini preferirono trasferire la loro sede più vicino alla città. Il nuovo convento aveva «selva bastante per gli ortaggi e pergolati», nella selva vi era «un pezzo di mare fecondo di pesci», ossi una peschiera ove i frati praticavano l’itticoltura. Presso i locali del convento esisteva una scuola per intagliatori e scultori del legno, che poteva essere frequentata da chierici, novizi e laici. Nella chiesa, che mantenne l’antica titolazione all’Epifania, oggi abbandonata, si sono incardinate negli anni ’70 del Novecento le tradizionali devozioni per Santa Lucia, figura molto cara ai pescatori del quartiere, dopo che la chiesa dedicata alla santa venne chiusa al pubblico. Oggi l’edificio, di proprietà comunale, è chiuso e abbandonato. Il convento è stato nel tempo destinato a vari usi e recentemente ristrutturato.
Presenti in città anche gli ordini femminili francescani, di cui abbiamo raccontato nel percorso BeWeB Trapani, le chiese scomparse, che avevano sede nei monasteri di Santa Chiara e di Santa Elisabetta o della Visitazione, oggi non più esistenti.
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