Il Museo Oratorio San Rocco a Trapani. Un luogo, un'idea, un'esperienza
La CURA: non per i buoni, non per i giusti. Il quarto piano
La CURA: non per i buoni, non per i giusti. Il quarto piano
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Nel corso degli ultimi restauri sono riapparse sulle pareti tra il primo e il secondo piano delle scritte indicanti l’ubicazione dei vecchi laboratori di analisi, quando il San Rocco era un centro medico per le vaccinazioni.
La dimensione della cura come un leit motiv ha caratterizzato tutta la storia dell’edificio, dall’epoca della sua fondazione per ospitare i frati che si prendevano cura degli appestati. Oggi il San Rocco si prende cura della bellezza dell’arte e delle fragilità dell’uomo, cercando di rispondere alle domande di senso dell’uomo contemporaneo. C’è un luogo però in particolare all’interno dell’edificio che può dirsi un percorso di cura spirituale, un percorso obbligato, che occorre attraversare prima di salire al piano della porta regale.
Si tratta di due stanze con un percorso tematico permanente intitolato “non per i giusti, non per i sani”, un vero e proprio percorso antropologico e cristologico. Si comincia con una croce a forma di Tau, una croce nera specchiante che spinge il visitatore a guardarsi sia quando entra sia quando esce. Nella stanza chiamata “stanza della fragilità” abbiamo elementi che parlano della fragilità umana sotto diversi aspetti.
Uscendo sul ballatoio che si affaccia sul grande salone del piano dell’Abbraccio, il visitatore è accolto, in segno di speranza, da un’opera di Carla Accardi, “Bianco oro” (1965) ci piace pensarla come l’azione dello Spirito Santo che nel corso della storia della salvezza tocca il cuore di tanti uomini, donne, profeti, annunziando attraverso i grandi fatti della storia sacra la venuta di un Messia.
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