Il Museo Oratorio San Rocco a Trapani. Un luogo, un'idea, un'esperienza
La Collezione diocesana di arte contemporanea DiArt
La Collezione diocesana di arte contemporanea DiArt
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Negli anni 2000 il progetto culturale portato avanti dalla Diocesi di Trapani e avente come centro il Seminario, che custodisce al suo interno la Biblioteca dedicata al sacerdote catecheta e architetto Giovan Biagio Amico e l’Istituto di Scienze Religiose “Sant’Alberto degli Abati”, ha fatto maturare alcune significative esperienze di approccio al mondo dell’arte come importante veicolo di evangelizzazione. Sulla scia tracciata da Paolo VI e Giovanni Paolo II, la diocesi trapanese ha attivato un canale privilegiato di dialogo e di confronto con gli artisti contemporanei nella consapevolezza della necessità di riallacciare il legame con la bellezza, cercando insieme agli artisti un terreno comune di incontro: la bellezza del messaggio evangelico, infatti, ha sempre trovato nell’arte un formidabile tramite per manifestarsi agli uomini. Gli artisti sono stati di secolo in secolo “contemporanei”, capaci di esprimere la meraviglia di ogni uomo e di ogni tempo dinanzi a quella «Bellezza tanto antica e tanto nuova» invocata da Sant’Agostino.
Monsignor Liborio Palmeri, oggi Direttore del MAB, sin dagli anni Novanta ha avviato, insieme con l’architetto Maria Pia Adamo, una serie di incontri con artisti locali, nazionali e internazionali. Nominato nel 1998 Rettore del Seminario, inizia a guardare con occhi diversi quell’enorme contenitore vuoto. Nasce la nuova piccola cappella, adattamento di un’aula scolastica a luogo di preghiera, liturgica e personale, per i ragazzi del Seminario Minore, con due installazioni (Staurofotìa, Croce antropomorfica). Essa sviluppa l’idea di un percorso che raccorda il passaggio dalla zona studio-notte alla zona refettorio-soggiorno. Il corridoio di passaggio tra le due zone, rasente alla cappella, è attraversato da una luce che esce da sette feritorie della cappella stessa: queste sono chiuse infatti da vetro in sette colori indicanti i sacramenti della Chiesa. I momenti di studio e vita comune, e il passaggio da un momento all’altro della giornata, vengono così simbolicamente pervasi dalla luce spirituale che giunge dal luogo della preghiera. L’arte del presente fa i suoi primi passi all’interno del Seminario. Giunge intanto il 2000, anno giubilare. Tra le tante iniziative diocesane prende forma il Giubileo degli Artisti e comincia una proficua storia di incontri con artisti di diversa provenienza anche grazie alla collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Nell’estate del 2002 in Diocesi si tiene un grande evento, “IncontrArti 2002”, arrivano in città artisti ed opere e inizia a formarsi il primo nucleo della Collezione che si arricchirà sempre di più. Le opere ruotano intorno all’ambito “religioso”, al suo specifico patrimonio di simboli universali, per cui viene scelto il nome DiArt. Se un’opera a soggetto sacro può non essere religiosa, solo un’opera “religiosa” potrà giungere a connotarsi anche come “sacra”. Questo è il punto di partenza per uno sguardo sulle opere della Collezione. Si decide nel 2004 di raccoglierle in una Esposizione permanente che viene inaugurata il 17 aprile alla presenza dell’allora Direttore dei Musei Vaticani, Francesco Buranelli. Oggi la Collezione DiArt conta oltre 130 artisti, di 22 nazioni, per un totale di circa 200 opere, ma ad ogni nuova mostra il nucleo originario si arricchisce di nuove acquisizioni. Nel 2012 apre la sede del Museo diocesano nella ex chiesa di San Rocco, inaugurata nel 2014 dal vescovo Pietro Maria Fragnelli, con appositi spazi espositivi dove sono esposte in modo permanente opere di 23 artisti internazionali. Il Museo San Rocco viene ad ospitare infatti il nucleo più significativo della Collezione dando visibilità ad alcuni artisti importanti già storicizzati come Carla Accardi, nata a Trapani nel 1924, tra gli artisti più originali del secondo dopoguerra, che è da considerarsi fra i massimi esponenti dell’astrattismo italiano, e Alberto Gianquinto, altri già affermati come Turi Simeti e Adrian Paci, altri emergenti come Minjun-kim e Jung Uei Jung.
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