L’opera di Marco Papa nasce per una chiesa della Diocesi di Sessa Aurunca, dove è realizzata in bronzo, l’artista ha utilizzato per il calco il corpo di un giovane ebreo circonciso e successivamente ne ha realizzata una copia in resina ceramizzata . Il crocifisso bianco è stato un simbolo per la città di Trapani: il venerdì santo del 2020 è rimasto a penzolare da una gru nel cuore della città, durante il lockdown, era la città crocifissa, silenziosa, raffigurata da questo Cristo, la gru simbolo del lavoro che si era dovuto fermare. Una volta smontata l’installazione è stato trasportato al Museo.

Ai suoi piedi un bambino su un nido di spine, sono le stesse spine che da adulto costruiranno la sua corona. La Pasqua dell’Incarnazione che corrisponde alla Pasqua della Resurrezione. Un gioco sapiente di luci proietta alla destra e alla sinistra del Cristo due ombre oscure, esse rappresentano i due ladroni crocifissi ai lati di Gesù.

Per osservare da vicino il Cristo bianco occorre proseguire il percorso ascensionale. L’uomo è un cercatore di verità, di senso, di qualcosa che lo trascenda,  salendo un altro piano si giunge al piano della Porta regale.

Secondo Pavel Florenskij è la soglia che permette, attraverso la preghiera, di entrare nel mondo della trascendenza. Lasciato alle spalle il grande Cristo bianco si attraversa una vetrata che conduce in un nuovo spazio, un piccolo hortus conclusus. Il superamento della dimensione della Passione è  l’approdo in questo luogo vuoto e silenzioso, che ci ricorda come di fronte al mistero della morte ognuno di noi è solo, ma raffigura anche  la possibilità di sperare, alzando il capo e guardando il cielo. L’ opzione della fede è ciò che dà senso alla vita dei credenti.

Oltre le mura, invisibile agli occhi, il mare e il porto di Trapani, luogo di approdi e di nuovi possibili viaggi, simbolo di infinito e di libertà.