Approfondimento
IL FRANCESCANESIMO OSSERVANTE: I CONVENTI SCOMPARSI DI LANCIANO E ORTONA
IL FRANCESCANESIMO OSSERVANTE: I CONVENTI SCOMPARSI DI LANCIANO E ORTONA
Il Percorso tematico Il francescanesimo osservante: i conventi scomparsi di Lanciano e Ortona ha lo scopo di indagare – sotto il profilo storico, architettonico e storico-artistico – i quattro conventi francescani osservanti delle due città, scomparsi (Santa Maria di Frisa a Lanciano, Santa Maria della Pace a Ortona) e esistenti anche se fortemente alterati da eventi bellici e restauri (Sant’Angelo della Pace a Lanciano, Santa Maria delle Grazie a Ortona), oggetto di valorizzazione all’interno del progetto “Chiese aperte” per la tutela e la conservazione dei beni culturali di interesse religioso.
Intorno alla metà del XIV secolo, la volontà di una più fedele e stretta osservanza della regola francescana generò una vera e propria riforma interna all’Ordine, guidata dall’iniziativa di Paoluccio di Vignozzo Trinci da Foligno, proseguita da Giovanni da Stroncone nel 1391 – sotto il quale si registrò un sostanziale aumento di frati e di conventi aderenti all’Osservanza – e dalle “quattro colonne dell’Osservanza”: SanBernardino da Siena, Alberto da Sarteano, Giovanni da Capestrano e Giacomo della Marca, figure fondamentali per i successivi sviluppi del francescanesimo in Abruzzo.
Scopo della riforma osservante era dunque di riaffermare l’ideale di povertà e semplicità della vita francescana, e di opporsi in questo a quanto già promulgato dai frati Conventuali o della comunità, che detenevano privilegi pontifici in aperto contrasto con l’osservanza della povertà assoluta dettata nella Regola francescana. La distanza dai Conventuali si espresse, inoltre, anche nelle scelte e nelle modalità insediative in rapporto ai centri urbani: il convento osservante doveva situarsi in posizione periferica alla città, ma non completamente al di fuori di essa, in aspirazione ad una vita più aderente allo spirito originario del francescanesimo che si pone su un ideale linea di continuità con le prime esperienze di vita romitoriali di ascendenza eremitica, in totale disaccordo con le scelte insediative dei Conventuali localizzate all’interno del tessuto urbano cittadino in un rapporto di stretto coinvolgimento con la struttura sociale ed economica.
Il percorso insediativo fu avviato con la fondazione, nel 1415, del convento di San Giuliano a L’Aquila, e proseguì ininterrottamente, dato che alla fine del XV secolo erano già stati fondati ben ventitré insediamenti conventuali all’interno dell’ambito provinciale, segnalati dai cronisti abruzzesi Bernardino Aquilano e Alessandro de Ritiis, e riferibili in gran numero alla diretta attività di Giovanni da Capestrano, fondatore tra il 1422 e il 1449 di ben cinquanta insediamenti osservanti, di cui cinque in Abruzzo.
All’interno della custodia Teatina della Provincia minoritica d’Abruzzo – chiamata prima Pennese e dal 1457 intitolata a San Bernardino da Siena – lo sviluppo della riforma osservante determinò la fondazione di importanti conventi anche nelle città di Lanciano e Ortona, entrambe ulteriormente caratterizzate dalla doppia presenza di un insediamento osservante e dall’intercessione di Giovanni da Capestrano per la loro edificazione come segno di riconciliazione tra le due città in lotta nel segno del Lodo di Pace tra Lanciano e Ortona.
La connessione tra più fonti – archivistiche, fotografiche, documentarie, iconografiche e cartografiche – oltre a ricostruire i caratteri storici e religiosi delle antiche sedi, permetterà di comprendere a pieno anche il processo di salvaguardia della memoria storica delle primitive sedi francescane osservanti cittadine, con estensioni anche all’ambito storico-artistico oltre a quello propriamente religioso: un percorso di conservazione con risvolti importanti sul piano della valorizzazione, pur se fortemente connotato dalla dicotomia tra assenza e presenza.
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