Il "De civitate Dei" di Caltagirone
Il frammento pergamenaceo del “De Civitate Dei” di Caltagirone
Il frammento pergamenaceo del “De Civitate Dei” di Caltagirone
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Per oltre un secolo l’episcopio e il seminario della Diocesi di Caltagirone non ebbero una sede stabile; una continua “peregrinazione” che coinvolse anche le consistenze archivistiche e librarie possedute, con gravi conseguenze per l’integrità di fondi e collezioni. Il frammento pergamenaceo del De Civitate Dei di Sant’Agostino, dalle informazioni ricavate dai pochi documenti amministrativi posseduti, probabilmente fu parte della cospicua donazione di un noto cittadino di Caltagirone, l’avv. Giuseppe Ingrassia (1859-1939), appassionato bibliofilo e fervente cattolico.
Il frammento manoscritto è testimonianza di un codice del secolo VIII, vergato in scrittura minuscola precarolina di tipo a-z di Laon; sulla base dell’esame della scrittura, esso fu vergato nella Francia settentrionale, probabilmente a Laon e contiene la parte finale del De civitate Dei di Sant’Agostino.
Si tratta dei primi e gli ultimi due fogli di un fascicolo di otto, ultimo di un manoscritto; il frammento non è l’unica testimonianza di questo antico codice; altri ventiquattro fogli sono stati riconosciuti e sono attualmente conservati a Basel, Universitäts bibliothek N I 4 (23 fogli) + Freiburg am Breisgau, Universitäts bibliothek 483 (12) (1 foglio).
Nel frammento si riconoscono tre mani, e ancor di più nei 24 fogli conservati fuori di Caltagirone; la scrittura e l’apparato decorativo possono essere accostati, tra tutti i codici vergati in tipo a-z di Laon, al codice Par. lat. 12168.
Sulla base del testo mancante, si ritiene che il manoscritto originario avesse una consistenza di circa 260 fogli e contenesse l’intera opera De civitate Dei, nonché alcuni testi liminari, o indici. Probabilmente alla fine del secolo XVI esso fu smembrato per riutilizzare la pergamena come legatura di volumi recenziori, forse a Basilea. In seguito, nel corso del secolo XIX i fogli manoscritti dovettero essero recuperati e alcuni furono dispersi. Il frammento proviene alla Biblioteca della Diocesi di Caltagirone dalla raccolta del bibliofilo Giuseppe Ingrassia (1817-1897).
Aurelius Augustinus, De Civitate Dei, XXII, 20.2-24.1; XXII, 29.3-30.6 (fine), ff.4; membr.; 375×250 mm; seconda metà del secolo VIII, Francia settentrionale (Laon); scrittura precarolina tipo a-z di Laon.
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