Il cammino di San Giovenale
San Giovenale e Fossano
San Giovenale e Fossano
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Costruitosi in seguito il borgo di Fossano, gli abitanti del Romanisio si trasferirono per sicurezza entro le mura della città e per non lasciare le preziose reliquie in balia dei nemici, trasportarono il corpo di San Giovenale nella nuova chiesa Maggiore e di Santa Maria e San Giovenale, che verrà in seguito demolita per lasciare spazio alla Cattedrale. Durante il percorso da Romanisio a Fossano i portatori fecero una sosta per riposarsi ed inaspettatamente, la terra sotto la cassa cominciò a sollevarsi. Per ricordarlo la devozione lasciò prima una croce poi costruì una cappella detta Cappella della Croce.
Fossano in quegli anni visse lo splendore del dominio dei Principi d’Acaja che costruirono il castello. Ludovico d’Acaja, devoto a San Giovenale, fece realizzare il busto d’argento per custodirvi le reliquie del cranio, lo stesso che ancor oggi viene portato in processione durante i festeggiamenti per San Giovenale. Da allora il Santo Patrono protegge la città di Fossano e attorno a questa figura fiorì una viva devozione ispirata da profonda fede. I Fossanesi, in diverse calamitose circostanze, ne sperimentarono la potente intercessione: ne fanno fede i preziosi reliquiari e la lampada votiva, offerta quest’ultima dal Comune di Fossano nel 1835 per lo scampato flagello della peste. La comunità fossanese festeggia il suo Santo Patrono nella prima domenica di maggio con moltitudini di fedeli che si riversano dal Piemonte, dalla Liguria e dalla Lombardia per onorare S. Giovenale.
Come da tradizione, dopo la celebrazione della solenne Messa, per le vie del centro vengono portate in processione le reliquie del Santo. Rappresentanti dei borghi, delle confraternite e delle storiche compagnie di volontariato sfilano in coda al busto del protettore della città.
La centrale via Roma diventa per l’occasione un museo a cielo aperto, poiché vengono esposti i quadri dei Benefattori cittadini, prelati ottocenteschi, damigelle, abati, contesse, generali, marchesi e signorotti che in tempi passati si sono distinti per particolari opere di beneficenza, lasciti o attività svolte a favore di strutture assistenziali, asili e ospedali. Il rituale è una componente fondamentale della tradizione culturale cittadina, tant’ è che viene ripetuto ogni anno dalla fine del ‘700, come testimoniano alcuni documenti conservati negli archivi storici cittadini.
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