Il cammino di San Giovenale
San Giovenale di Narni: da Narni a Fossano
San Giovenale di Narni: da Narni a Fossano
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Nel 1100 un canonico di Tolosa, città della Francia, venuto a Narni e conosciuti i prodigi di Giovenale, obbligò il suo fedele sacrista ad entrare di notte nella chiesa della Cattedrale di Narni dove erano conservate le reliquie del Santo, per portare via di nascosto le spoglie che voleva trasferire in Francia. Le spoglie furono estratte dal sepolcro e insieme con il mattone che riportava “Hic iacet Corpus S. Iuvenalis Confesoris” furono ripose in un cofano. Partì alla volta della Francia, ma durante il viaggio, il canonico Giovanni si ammalò e morì, transitando alla periferia di Fossano, proprio nei pressi della Cappella di Madonna dei Campi. Prima di morire, incaricò i suoi confratelli di continuare il viaggio per Tolosa portando con loro le spoglie fin lì giunte. I suoi confratelli misero il canonico in una cassa simile a quella delle reliquie di San Giovenale che stavano portando a Tolosa. Il giorno successivo, tentando di ripartire, caricarono le ossa del Santo su un cavallo che però si rifiutò di camminare. Allora decisero di seppellire il Canonico e San Giovenale sotto il pavimento della Cappella di Madonna dei Campi e ripresero il viaggio, sconsolati per non aver eseguito la volontà del padrone.
Anni dopo Caterina, figlia del re d’Inghilterra, stava andando a Roma per cercare di guarire da una brutta malattia. La sua carovana per riposare si fermò vicino alla Chiesa dove erano seppellite le spoglie di San Giovenale. Il giorno successivo si recarono alla cappella per celebrare la Messa ma Caterina si rifiutò spaventata di entrare. Portata a forza all’interno cadde a terra esausta, dicendo di sentire il pavimento bruciare. Decisero di scavare sotto il pavimento e trovarono le due casse.
Le fecero toccare la tomba del canonico ma non successe nulla, ma quando toccò la tomba del Santo si ebbe un altro prodigio: la malattia abbandonò il corpo della giovane e il Demonio da cui era posseduta gridò: “Giovanoluccio perché mi tormenti?”.
Sacerdoti e autorità si recarono dunque sulla tomba del Santo, presero il corpo e lo portarono nella Chiesa di Romanisio, attuale Gerbo, primo nucleo di Fossano. Il corpo di San Giovenale viene da allora ricoperto di doni e di devozione.
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