La Diocesi di Fossano, eretta nel 1592, visse nel periodo barocco un momento particolare di rivoluzione culturale. Fossano a inizio 1700 contava ben diciassette compagnie religiose, nelle cui devozioni e nel cui spirito associativo trovò espressione l’ umanesimo devoto caratteristico dell’età barocca, quell’atteggiamento culturale che valorizza l’uomo nel suo rapporto con Dio. Tante associazioni che raccoglievano uomini e donne e proponevano loro l’ideale di una vita devota suggerendone i mezzi, sono di per sé espressione di un’intensa vita ecclesiale, come lo sono le numerose opere pie finalizzate all’assistenza di quegli anni, tra i quali l’Ospedale Maggiore, il Monte di Pietà, i cui membri esercitavano per pura carità e senza alcuno stipendio. Donare agli altri senza chiedere nulla in cambio.

Nel fitto intrecciarsi di valori religiosi e civili del seicento e del settecento, acquistò un particolare valore il fenomeno delle processioni: erano il modo per eccellenza che i cittadini usavano per occupare gli spazi urbani e, appropriandosene, affermare tutti insieme la propria identità culturale: strumenti di consenso, ma contemporaneamente simboli viventi sul piano religioso di un umanità sempre in cammino.

In questo quadro si inseriscono la processione di San Giovenale e l’esposizione dei quadri dei benefattori. Il rituale dell’ esporre i ritratti è una componente fondamentale della tradizione culturale cittadina e dalla seconda età del 1700, come documentano alcuni testi conservati nell’archivio storico cittadino, nel giorno della Festa di San Giovenale, oltre alla processione consueta, Via Roma diventa un museo a cielo aperto. Fin dall’ alba, si possono così ammirare i ritratti di prelati ottocenteschi, damigelle, abati, contesse, generali, marchesi e signorotti che in tempi passati si sono distinti per particolari opere di beneficenza, lasciti o attività svolte a favore di strutture assistenziali, asili e ospedali.

Ogni anno la prima domenica di maggio Fossano festeggia il suo Santo Patrono.