Il patrimonio degli Istituti culturali ecclesiastici viterbesi e l’evangelizzazione della Tuscia

Museo Colle del Duomo – Viterbo

Museo Colle del Duomo – Viterbo

Il Museo Colle del Duomo è tra le poche opere realizzate a Viterbo in occasione del grande Giubileo del Duemila. La scintilla che ne determinò la nascita scocca nella primavera del 1996 quando mons. Salvatore Del Ciuco, sacrista del Capitolo cattedrale, con l’appoggio della Curia diocesana avviò i lavori di risistemazione dei locali che ospiteranno il Museo: si puntellano i solai, si rattoppano i tetti, si recupera un patrimonio immobiliare di grande pregio situato su un luogo (il Colle del Duomo) da sempre identificato come il centro religioso della Città, si istituisce una attività di alto livello religioso e culturale, si custodisce e si valorizza l’imponente collezione di reliquiari, calici, quadri, sculture fino a quel momento dislocata in vari ambienti.

Il Museo “Colle del Duomo” è articolato in tre Sezioni: Sezione Archeologica, Sezione Storico-Artistica e Sezione Arte Sacra – Tesoro dei Papi.

Nella parte archeologica sono fruibili reperti villanoviani, etruschi, romani e medievali ed è presente un piccolo saggio di scavo realizzato in occasione dei lavori di costruzione del Museo.

Nella galleria d’arte è possibile conoscere l’arte espressa nel territorio a partire dal XIII secolo. Ma la visita permette di godere anche dei capolavori di Benvenuto di Giovanni e del caravaggesco Bartolomeo Cavarozzi fino alle opere dei protagonisti del settecento romano come Domenico Corvi. Le opere pittoriche, inoltre, sono presenti anche nel percorso guidato ove è possibile ammirare, tra gli altri, il capolavoro di Giovan Francesco Romanelli.

Nella terza Sezione (arte sacra) la storia di questi tesori, resi tali per l’abilità con cui sono stati realizzati, la loro bellezza e per la loro importanza storica, rende l’idea dell’importanza della diocesi di Viterbo nei secoli. Sono qui raccolti i paramenti e gli oggetti sacri appartenuti a pontefici come Giovanni XXI , pontefice dal 1276 al 1277 e Pio IX, pontefice dal 1846 al 1878. Altri elementi di pregio sono quelli usati dai cardinali e dai vescovi, anche antichissimi come la veste di san Bonifacio del XII secolo. Nella galleria d’arte è conservato anche il ritratto di Papa Innocenzo XIII, che fu prima Governatore della Città e poi, dal 1712 al 1719, vescovo di Viterbo-Tuscania.

 

Sede dell’Istituto, complesso monumentale, chiesa annessa

Il patrimonio del Museo era in precedenza custodito in alcuni ambienti della Cattedrale e in altre chiese della Città ma in locali inadeguati e con grave pericolo di perdita delle opere d’arte e della documentazione.  Mons. Del Ciuco supportato da Alessio Paternesi, Carlo Cardoni e Beniamino Mechelli hanno ricevuto l’incarico dal Capitolo della Cattedrale (e l’assenso dell’allora vescovo mons. Fiorino Tagliaferri) di stendere il progetto e poi realizzare la nuova sede del Museo, lavori che saranno affidati agli architetti Marco Andreoli, Lucio Cappabianca e Giovanni Cesarini.

I lavori hanno inizio nel gennaio 1998 e sono terminati nell’estate del 1999. Gli spazi espositivi sono collocati tra il Campanile e la Cattedrale e nel percorso di collegamento della corte interna (detta Giardino archeologico) sono stati sistemati i reperti emersi durante gli scavi intorno alla Cattedrale.

Nell’occasione della sistemazione di tutto questo patrimonio storico-artistico la documentazione che faceva parte dell’Archivio e della Biblioteca del Capitolo sono stati predisposti per il trasferimento nella nuova sede che sarà inaugurata nel 2004 (l’attuale CEDIDO).

Nel corso degli anni il Museo “Colle del Duomo” ha subito alterne vicende ma dal 2005 è aperto con regolarità ed è stato promotore della creazione de facto del nuovo Polo Monumentale (con la Cattedrale ed il Palazzo dei Papi) che caratterizza Piazza San Lorenzo. Inserito all’interno di questa ampia offerta culturale, ha permesso la riacquisizione di spazi importanti per la storia della città ed è divenuto una importante realtà culturale oltre che il punto di riferimento per i turisti che scelgono il capoluogo della Tuscia.

Il Museo si estende su una superficie di oltre 900 metri quadri e comprende anche degli spazi aperti. E’ ordinato in sette sale al piano terreno e tre sale al piano superiore. La maggior parte di queste sale mostra pareti in pietra con soffitti a travi a vista mentre i pavimenti sono in cotto. All’interno dei locali vi è una grande sala convegni utilizzata anche come spazio per esposizioni temporanee.

Il progetto originario prevedeva anche interventi sull’interno della Cattedrale con la riapertura delle antiche cappelle e una nuova sistemazione dell’area ad orto e giardino, alle spalle del Palazzo papale e il recupero del “Casale” esistente negli stessi spazi. Tale progetto non è stato affatto abbandonato anche se la sua realizzazione si vedrà nei prossimi anni.

 

Patrimonio storico-artistico.

Il patrimonio storico artistico è distribuito, come detto, in tre sezioni: Archeologica, Storico-Artistica e Arte Sacra.

Nella corte interna dell’area museale (Giardino archeologico), collocata tra il campanile della cattedrale e il palazzo Valentino della Pagnotta, sono sistemati reperti archeologici frammentari, recuperati nel corso dei lavori di bonifica del terreno circostante la cattedrale e delle strutture attigue distrutte dai bombardamenti della Seconda Guerra mondiale.

Negli spazi espositivi (Galleria d’arte), situati tra il campanile e la Cattedrale, si conservano i quadri dei maggiori pittori viterbesi fra i quali la Madonna col Bambino di Benvenuto di Giovanni (XV sec), la Madonna col Bambino di Bartolomeo Cavarozzi (XVII sec), il San Giovanni Evangelista di Domenico Corvi (1750), la beata Giacinta Marescotti da la Regola al libertino convertito Francesco Pacini e i due bozzetti per gli affreschi della chiesa del Gonfalone raffiguranti Il Battista di fronte ad Ercole e la Decollazione del Battista, anch’essi eseguiti dal Corvi; il Cristo Morto di Pietro Vanni (1876), il Battesimo di S. Tranquillono di Marco Benefial (XVIII sec.) e dipinti come la Madonna della Carbonara (XIII sec.), la Crocifissione (XVI sec.) e Santa Rosa sconfigge l’eresia (XVII sec.),

La Sezione dedicata all’Arte sacra custodisce una vasta raccolta di reliquiari, paramenti sacri, calici patene. Questa sezione, esposta al primo piano del Museo, comprende oggetti appartenuti a papi, cardinali e vescovi viterbesi come il Reliquiario di s. Lorenzo di Domenico Aloisi (XV sec.), l’Alba, l’Amitto e la Stola di s. Bonifacio, vescovo di Ferento (VI sec.), il Busto reliquiario di s. Sisto (XV sec.) ecc. Molte di queste opere testimoniano l’esistenza di una scuola orafa viterbese: tra le provincie del Lazio sembra infatti che soltanto quella viterbese abbia sviluppato, tra XIV e XV secolo una propria scuola orafa che, formatasi sotto l’influenza senese e quella romana, seppe raggiungere espressioni di alto livello culturale.

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