Il patrimonio degli Istituti culturali ecclesiastici viterbesi e l’evangelizzazione della Tuscia

Biblioteca Beato Lorenzo Salvi – Vetralla

Biblioteca Beato Lorenzo Salvi – Vetralla

La biblioteca “Beato Lorenzo Salvi” del Convento di Sant’Angelo di Vetralla dei pp. Passionisti nasce con la costituzione dell’Ordine, nella prima metà del XVIII secolo. Le sale e gli scaffali che attualmente ospitano la biblioteca vennero realizzati per iniziativa del beato Lorenzo Salvi, che si può dire il fondatore, quando nel 1835-36 era rettore e poi Consultore provinciale dell’Ordine. Egli chiese i disegni degli scaffali a suo fratello Gaspare Salvi, architetto, che glieli inviò in stile dorico, realizzati poi da fratel Simone, fratel Celestino e da un altro giovane viterbese. Il patrimonio librario fu arricchito di molto nel corso degli anni, non solo con acquisti occasionali, ma anche con l’acquisto di interi fondi di privati o per mezzo di lasciti. Oggi la biblioteca raccoglie anche fondi librari provenienti da altre case religiose dell’Ordine nel frattempo chiuse ed ha una sezione che comprende opere di interesse locale e periodici.

 

La sede dell’Istituto: il convento di S. Angelo

Il Convento di S. Angelo dei padri Passionisti è immerso in un folto bosco nella frazione di Cura del Comune di Vetralla. Il suo primo nucleo fu costituito dall’Oratorio di San Michele (VII secolo), edificato dai Longobardi, che divenne poi Monastero Benedettino dipendente dall’Abbazia di Farfa. Tra il XIV e il XV secolo vi si insediarono i Francescani del Terz’Ordine. Dal 1470 al 1744 fu trasformato in Romitorio.

Nel 1744 san Paolo della Croce vi stabilì il secondo Convento della Congregazione Passionista (il primo è il ritiro sul Monte Argentario) e vi dimorò per 25 anni. Il romitorio e la chiesa erano stati donati dal Comune di Vetralla. Ebbero l’incarico di curare anche il vicino romitorio di San Girolamo e per compenso ottennero un castagneto annesso. Nel 1832 rinunciarono all’incarico ed ebbero il permesso di tagliare i grossi castagni dell’eremo che furono utilizzati per costruire il coro della chiesa, gli armadi della sacrestia e gli scaffali della biblioteca. Nel corso del tempo il convento fu oggetto di ingrandimenti in modo da consentire l’ospitalità della comunità che arrivò a contare anche 35-40 religiosi. Fu sottoposto alle soppressioni napoleoniche (1810-14) e del governo italiano (1875-77). Rimase comunque sempre in attività.

Vi si trovano le reliquie dal beato Lorenzo Salvi, celebre per la sua devozione a Gesù Bambino, e vi iniziò la sua vita religiosa il beato Domenico Barberi, nato nel 1792 a Viterbo, apostolo dell’ecumenismo.

 

La chiesa di S. Angelo a Montefogliano

Indicata già in epoca Longobarda come un piccolo ospizio-cappella dedicato a S. Michele Arcangelo sulla “Via dell’Angelo”, è compresa nel 767 nel Registrum farfense tra le proprietà dell’Abbazia. Passerà dopo il 775 ai Benedettini farfensi che lasceranno chiesa e cenobio durante il periodo della “cattività avignonese” (ca. 1305). Passato sotto il dominio delle famiglie baronali dei prefetti Di Vico e degli Anguillara, nel 1356 il complesso è rivendicato dalla diocesi. Sarà affidato nel 1450 circa al Terz’Ordine di S. Francesco detto della Penitenza che vi rimarrà fino al 1492 quando sarà affidato ad un cappellano o religioso laico incaricato dal Comune di Vetralla.

Nel 1744 chiesa e romitorio passano a s. Paolo della Croce che, con cinque religiosi, lo riceve in dono dal Comune di Vetralla. Il piccolo romitorio si trasforma in un nuovo ritiro dei Passionisti. Dopo vari tentativi di adattare la vecchia chiesa al nuovo ritiro, si decide di costruirne una nuova, più ampia e funzionale rispetto alla comunità dei religiosi nel frattempo aumentata; i lavori dureranno due anni. Con la soppressione napoleonica sant’Angelo viene chiuso e messo all’asta ma poi ritorna nella disponibilità dei Passionisti. A causa di numerosi crepacci nel muro di fondo dell’antica chiesa, su cui si erano alzati dei nuovi muri e che minacciava rovina, nel 1836 si rende necessario demolirla e ricostruire la parte su più solide basi. La nuova chiesa viene solennemente consacrata nel 1838 da mons. Bernardo Pianetti vescovo di Viterbo. Per ampliare il coro conventuale, situato in fondo alla chiesa nel piano dell’orchestra, si demolisce la facciata fino a quel punto per ricostruirne una nuova che esiste ancora oggi. Nel 1875-77 sant’Angelo passa al demanio ma viene riscattata dai Passionisti. Dal 1920 è sede di uno studentato filosofico-teologico. Nel 1944 il ritiro sarà adibito ad ospedale militare di retrovia e di emergenza. Finita l’occupazione germanica i religiosi tornano al ritiro. La chiesa sarà nuovamente restaurata nel 1984-85 e ancora nel 2004-05.

 

Il patrimonio storico artistico

Come in ogni antico e grande monastero, anche il convento di sant’Angelo racchiude pregevoli e notevoli opere d’arte. Tra tutte, quella che maggiormente esprime l’operato e l’impegno dei padri nell’opera di evangelizzazione è il  San Paolo della Croce in estasi abbraccia il Crocifisso, olio su tela di cm 300×400 commissionato dai Passionisti a Cesare Francesco Coghetti nel 1868. L’opera si inserisce nella decorosa arte figurativa della metà Ottocento di gusto accademico. Dopo la canonizzazione di s. Paolo fu posta come pala dell’altare maggiore in sostituzione di una manieristica Crocifissione. La scena dipinta si armonizza felicemente con il contesto ambientale-storico dove il santo visse a lungo ed ebbe le sue esperienze mistiche.

All’interno dell’Istituto sono ben conservate anche le celle originarie dei padri fondatori: San Paolo Della Croce che qui visse per 25 anni e di suo fratello Giovanni Battista Danei che vi morì nel 1765

Un piccolo Museo, ancora in fase di sistemazione, contiene inoltre preziosi oggetti liturgici e alcune delle opere d’arte.

L’Istituto oltre che fornire valido supporto a ricercatori e studiosi per attività di ricerca, organizza incontri di preghiera e ritiri spirituali con gruppi e singoli, seguiti dai religiosi della comunità locale.

In alcune circostante organizza conferenze e mostre a carattere artistico e culturale.

 

Storia della congregazione

La Congregazione della Passione di Gesù Cristo era stata fondata nel 1720 da san Paolo della Croce con lo scopo di propagare la devozione alla passione di Nostro Signore Gesù Cristo per mezzo di missioni e altri sacri ministeri. Quando  Paolo della Croce arriva a Sant’Angelo, nel 1744 aveva 50 anni, era ormai un predicatore affermato, un direttore spirituale di forte tempra ascetica, con una certa fama di santità. In verità Paolo cercava da tempo l’occasione per fondare case fuori del Monte Argentario per allargare il nascente istituto dopo l’approvazione delle Regole concessa da Benedetto XIV nel 1741. Quando il canonico vetrallase don Biagio Pieri si recò ad Orbetello per la predicazione quaresimale, conobbe padre Paolo e ne rimase impressionato. Lo invitò a predicare a Vetralla una Missione al popolo che fu seguita con grande partecipazione ed entusiasmo e portò alla decisione di fondare un romitorio. Nel buon esito della fondazione di sant’Angelo si inserisce anche la vicenda del ritiro passionista di sant’Eutizio presso Soriano nel Cimino, voluto e chiesto a san Paolo dal card. Albani e di quello di S. Maria del Cerro a Tuscania.

La Congregazione contava nel 1775  in totale  176 religiosi, nel 1878 erano divenuti 750, nel 1978 contava 3065 presenti distribuiti in 291 case articolate in 20 province sparse in tutti i continenti.

Your browser doesn't currently support this component
Please , update your browser

Sezioni del sito

Selezione lingua

  • Italiano
  • English
  • Deutsch
  • Français
  • Español