Il patrimonio degli Istituti culturali ecclesiastici viterbesi e l’evangelizzazione della Tuscia

Archivio e Biblioteca della Provincia agostiniana d’Italia – Viterbo

Archivio e Biblioteca della Provincia agostiniana d’Italia – Viterbo

Il convento della SS. Trinità è da sempre la casa viterbese dei religiosi Agostiniani che seguono la Regola di sant’Agostino (354-430), rappresenta una delle istituzioni religiose più antiche di Viterbo e dopo quasi ottocento anni conserva ancora la sua vitalità. Oggi, oltre all’Archivio, alla Biblioteca e Raccolte artistiche agostiniane, ha sede nell’antico convento la Comunità religiosa che si dedica alla formazione delle giovani leve agostiniane e al Santuario della Madonna Liberatrice, Protettrice della Città di Viterbo.

Le avverse vicende della storia hanno disperso gran parte dell’antico patrimonio documentario e librario di incalcolabile valore del quale sono testimonianza eloquente le oltre 150 pergamene relative agli anni 1236-1399 (e quelle dei secoli successivi) che si conservano presso la Biblioteca degli Ardenti di Viterbo. Come è noto, quando anche gli ultimi resti dello Stato Pontificio furono annessi al Regno d’Italia (1870), il Commissario governativo Ettore Novelli, primo prefetto laico della Biblioteca Angelica degli Agostiniani di Roma, procedette al sequestro dell’archivio e della biblioteca antichi e li versò all’ente culturale pubblico di Viterbo.

Oggi esiste un archivio conventuale moderno della Comunità della SS. Trinità, ma esso è gestito come una sezione staccata dell’Archivio storico degli Agostiniani d’Italia che è un archivio di concentrazione del grande patrimonio documentario delle sette Province agostiniane italiane, sopravvissute alle vicissitudini della storia moderna, e riunite nel 1996 nell’unica Provincia Agostiniana d’Italia.

 

Patrimonio Archivistico e librario

Gli Agostiniani italiani, riuniti in un’unica Provincia nel 1996, sono gli eredi di un patrimonio plurisecolare di storia e cultura e il grande complesso conventuale della Trinità di Viterbo è lo scrigno prezioso dell’Archivio Storico (oltre quaranta fondi archivistici dei secoli XV-XXI) e della loro Biblioteca della Provincia (60.000 volumi, riviste ect.), ricca di manoscritti liturgici, incunaboli, cinquecentine e con un cospicuo fondo antico (sec. XVII-XIX) e moderno che spazia da temi di storia, filosofia e teologia agli studi patristici e agostiniani, dalla letteratura alla storia dell’arte. Il nostro Istituto culturale è a servizio di una comunità di studiosi internazionale, dai ricercatori locali a tanti studiosi di storia agostiniana presenti in Italia e nel mondo; i fondi d’archivio e la biblioteca favoriscono le ricerche sulla figura, la dottrina e la spiritualità di sant’Agostino e sulla storia, pensiero e cultura degli Agostiniani nel corso dei quasi otto secoli di vita dell’Ordine religioso.

Collegamento a banche dati

Le iniziative di ricerca sono condotte in collaborazione con il Centro Culturale Agostiniano e sono confluite nel tempo nella grande piattaforma di condivisione di dati Historia Augustiniana raccoglie notizie sui conventi e personaggi agostiniani, opere d’arte e documenti prodotti nei secoli. Tali iniziative fanno parte di una grande progetto di ricerca denominato “Gli Agostiniani in Italia”, ideato dalla Provincia Agostiniana d’Italia, per valorizzare il suo plurisecolare patrimonio di cultura, di spiritualità ed umanità e, al tempo stesso, offrirlo all’oggi come parola significativa per l’edificazione di nuovi spazi di dialogo e di incontro per la cultura e la società.

Attività dell’Istituto

Da oltre vent’anni l’Archivio e la Biblioteca degli Agostiniani, in collaborazioni con istituti culturali agostiniani, in Italia e all’estero, in particolare con il Centro Culturale Agostiniano, con enti culturali ecclesiastici e civili, nazionali e locali, promuove iniziative di studio, convegni e pubblicazioni su sant’Agostino e la storia agostiniana. Tra le principali iniziative ricordiamo il convegno internazionale del 2008 su santa Chiara da Montefalco (atti pubblicati in collaborazione con il CISAM di Spoleto); il convegno del 2010 su “S. Agostino e il Sacco di Roma del 410”; due convegni internazionali in collaborazione con l’Ass. “Roma nel Rinascimento”: su Santa Monica nell’Urbe, dalla tarda antichità al Rinascimento. Storia, Agiografia, Arte nel 2011 e sul cardinale agostiniano Egidio da Viterbo (Roma-Viterbo 2012). Tra le molte pubblicazioni: l’edizione delle Note di sigillografia dell’Ordine di Sant’Agostino, Roma 2010; il convegno e gli atti dedicati al Beato Giacomo da Viterbo al tempo di Bonifacio VIII, Roma 2011; l’edizione delle Orazioni per il Concilio Lateranense V di Egidio da Viterbo, Roma 2012; M.E. Sigismondi “Eremi urbani”. Per una storia dell’architettura agostiniana in Abruzzo, Roma 2012; le Carte agostiniane viterbesi a cura di Antonella Mazzon, Roma 2014 e molte altre pregevoli edizioni di storia e storia dell’arte in collaborazioni con studiosi di tutto il mondo. Una delle ultime realizzazioni è la pubblicazione dell’Inventario e censimento dei fondi archivistici agostiniani di Toscana, un grande volume di 800 pagine, completo di indici, strumento indispensabile per lo studio della storia dell’Ordine nell’Italia centrale da Medioevo ad oggi.

 

Sede dell’Istituto, complesso monumentale, chiesa annessa

La chiesa e il convento della SS.ma Trinità furono costruiti dai Padri Eremitani Agostiniani dell’eremo di Monterazzano intorno al 1256 e l’altare maggiore fu consacrato da Alessandro IV nel 1258. Con il passare del tempo il tempio si dimostrò inadeguato alla devozione dei viterbesi; nel 1727 fu decisa la costruzione di una nuova chiesa più vasta e consona al culto per la Liberatrice e alla partecipazione del popolo. Il nuovo edificio, realizzato su progetto dell’architetto romano Giovan Battista Gazzale, fu terminato nel 1745, la nuova consacrazione risale al 20 luglio 1750.

 

Patrimonio storico artistico

La chiesa è nota ai viterbesi come Santuario della Madonna Liberatrice, perché legata alla venerazione per la miracolosa immagine della Vergine che salvò la Città nel 1320. Da quel momento all’immagine della Vergine fu attribuito il titolo di Liberatrice dei Viterbesi e ad essa la cittadinanza si rivolse sempre nei momenti più difficili, in occasione di terremoti, pestilenze, invasioni di cavallette e per ottenere la pacificazione delle fazioni.

L’immagine – opera dei giotteschi itineranti aretini Gregorio e Donato – nel 1958 è stata distaccata da un lacerto di muro su cui era stata dipinta e restaurata, eliminando precedenti interventi che l’avevano pesantemente modificata; fu, quindi, collocata in una apertura della parete ornata da una cornice a fregi d’argento e chiusa da due sportelli coperti in lamina d’argento cesellata. Il dipinto raffigura su un trono decorato da tarsie musive la Vergine col Bambino sulle ginocchia che porta nel pugno sinistro un uccellino mentre la Madonna reca una rosa nella destra

Sulla destra della chiesa della SS Trinità si apre un bel portale in bugnato (1625) che da accesso al chiostro rinascimentale. Le pareti e le lunette del Chiostro, affrescate negli anni a cavallo tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento da Marzio Ganassini e dal maestro viterbese Giacomo Cordelli (cui sono attribuite le lunette dei lati Sud e Nord) sono decorate con le Storie di S. Agostino, nei riquadri, e episodi biblici nelle lunette. I dipinti sono stati restaurati nel 1984.

 

Storia della Congregazione

Il convento agostiniano della SS. Trinità rappresenta una delle istituzioni religiose più antiche di Viterbo e dopo quasi ottocento anni conserva ancora la sua vitalità. Nella Tuscia agli inizi del Duecento fiorirono numerosi gruppi eremitici che nel 1244 la Sede Apostolica riunì, ponendoli a servizio dell’evangelizzazione della società del tempo, sotto la Regola di sant’Agostino di Ippona, vescovo e dottore della Chiesa (354-430). Il nuovo Ordine aveva numerosi eremi sparsi nell’Italia centrale, tra Lucca e il Grossetano, e almeno quattro eremi nel territorio viterbese: a Tarquinia, Montefiascone, Soriano e nei pressi di Viterbo l’Eremus de monte Rozanense (località Monterazzano), citato per la prima volta il 5 maggio 1236. Nel 1256 la Santa Sede intervenne di nuovo e unì gli eremiti della Tuscia con altre congregazioni di Regola agostiniana in una nuova più grande compagine denominata Ordo Fratrum Eremitarum Sancti Augustini, oggi più semplicemente Ordine di S. Agostino oppure Agostiniani.

Gli eremiti di Monterazzano, stabilitisi a Viterbo sul colle della Trinità, vi eressero la loro chiesa e il convento che da sempre ha custodito una ricca biblioteca e un archivio: una delibera del Capitolo provinciale del 1290 stabiliva che il convento di Viterbo conservasse tutte le lettere papali e tutti i documenti riguardanti l’Ordine, divenendo così il primo archivio della Provincia Romana degli Agostiniani.

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