ECCLESIA SANCTI EVASII: un viaggio all’interno della Cattedrale di Casale Monferrato
Le trasformazioni dell’Ottocento
Le trasformazioni dell’Ottocento
MENU
L’attuale aspetto del Duomo è frutto in gran parte degli interventi susseguitesi nel corso dell’Ottocento. Già dai primi anni del secolo, infatti, la soppressione degli ordini monastici operata dal governo napoleonico portò al trasferimento in Cattedrale di opere d’arte ed altari. Inoltre, nella seconda metà del secolo, emerse con vigore l’esigenza di intervenire al fine di arginare lo stato di degrado in cui si trovava l’edificio.
Oltre ai mutamenti estetici, l’Ottocento conobbe mutazioni politiche, sociali e devozionali molto forti che influirono in maniera non indifferente sull’aspetto e sulla vita della Cattedrale. I decreti del nuovo governo francese, infatti, portarono tra l’alto alla soppressione delle compagnie e delle confraternite che avevano sede presso gli altari del Duomo generando così una forte dispersione del patrimonio artistico e in particolare dei paramenti e delle suppellettili che furono in parte ritirate dai confratelli delle rispettive compagnie e in parte probabilmente vendute per far fronte al grave periodo di crisi. Rimase, tuttavia, molto forte il culto per il Santo Patrono a cui la città continuò a rivolgersi con devozione indicendo anche speciali processioni nei momenti di forte siccità e di crisi sociale. Allo stesso modo fu mantenuto il ricordo e la devozione di alcuni santi venerati già in passato, il ricordo dei quali si mantenne anche nella commissione delle nuove pale d’altare realizzate a seguito dei restauri del 1857-1861. È questo il caso della tela di Sant’Agata e Sant’Apollonia del pittore casalese Giovanni Battista Fasolis e di quella di San Giuseppe con Gesù Bambino e San Biagio realizzata da Tommaso Lorenzone, pittore torinese a cui don Bosco aveva commissionato il celebre dipinto di Maria Ausiliatrice a Valdocco. Di non minore importanza, fu la nascita di alcune nuove devozioni e la ripresa con maggior vigore di altre di più antica memoria come quella della Madonna Consolata, a cui ogni anno era dedicata una processione in ringraziamento delle vittorie riportate nel 1706 dal Regno Sabaudo sull’armata francese. Alcune nobildonne casalesi decisero spontaneamente di commissionare una nuova scultura (in sostituzione di quella più antica fino a quel momento in uso) che venne realizzata dallo scultore Carlo Ferrero nel 1847 sotto la supervisione di Massimo Tapparelli D’Azeglio, Direttore delle Gallerie e oggetti d’arte regi di Torino. La statua trovò prima collocazione presso la chiesa dei Ss. Apostoli Pietro e Paolo e successivamente, in occasione dei restauri della Cattedrale, fu ad essa dedicato un altare nella cappella originariamente di patronato della Compagnia dei Pescatori che fu riplasmata dall’architetto incaricato dei restauri, Edoardo Arborio Mella, poi nuovamente modificata nel 1940 in occasione dell’inserimento dall’attuale altare. La devozione alla Madonna Consolata ritrovò, quindi, particolare vigore tanto da essere sostenuta e promossa dal vescovo Luigi Nazari di Calabiana che concesse a tutta la Diocesi di celebrarne la festa.
Per approfondimento si rimanda a:
Please , update your browser