Dalla fondazione del Duomo all’erezione a Cattedrale

Il Medioevo salvato: mosaici e sculture

Il Medioevo salvato: mosaici e sculture

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Ad eccezione dei capitelli e delle murature visibili in atrio, le testimonianze artistiche più antiche del Duomo di Sant’Evasio sono visibili sulle pareti del deambulatorio, primo ambiente dell’attuale esposizione museale. I dieci pannelli musivi costituiscono una preziosa testimonianza dell’antica pavimentazione del XII secolo che fu rinvenuta nell’area del presbiterio in occasione dei restauri effettuati nel corso dell’Ottocento. Una volta scoperti, l’architetto Edoardo Arborio Mella effettuò i disegni oggi conservati presso l’Archivio diocesano che permettono di conoscere l’esistenza anche dei tre riquadri che andarono distrutti in fase di trasporto. I soggetti rappresentati sono in linea con la tradizione figurativa medievale e rappresentano scene bibliche, personaggi tratti dalla vita quotidiana del tempo e dalla mitologia.

Le tre scene narrative sopravvissute rappresentano vicende tratte dall’Antico Testamento e, nello specifico raffigurano il profeta Giona inghiottito dal pesce (Gio 1,1-16; 2,1-11); Abramo che combatte con i quattro re che avevano rapito il nipote Lot (Gn 14, 1-24) e lo Scempio del corpo di Nicanore (1, Mac 7, 26-50) in cui si vedono le spoglie di Nicanore, nemico di Gerusalemme, che bestemmiò contro il Tempio e cercò di ingannare Giuda Maccabeo venendo poi punito. I tre episodi erano in correlazione con altre tre scene sempre di formato rettangolare che rappresentano un Duello, una scena di Caccia che forse richiama al re Davide e la Battaglia di Eleazaro (questi ultimi due noti solo attraverso i disegni dell’architetto Mella).

Oltre agli episodi descritti erano presenti personaggi fantastici racchiusi entro tondi, tra questi si cita l’Antipodes (da cui prende il nome l’associazione di volontari diocesani) che rappresenta gli uomini che si credeva vivessero dall’altra parte del globo, o il mostro a sette teste tratto dall’Apocalisse. Particolare interesse è, inoltre, rivestito dal pannello raffigurante un uomo che porta su una spalla un lungo bastone a cui è attaccato un pesce da una parte e una cesta dall’altra, mentre la scritta sul  fianco riporta la frase “Quale l’arca de San Vax”. Diverse sono le interpretazioni avanzate dagli studiosi sul significato della frase che potrebbe indicare l’entità del tributo da versare al patrono Sant’Evasio (San Vax), corrispondente al peso dell’arca in cui erano custodite le sue reliquie, ma potrebbe anche essere interpretato sottoforma di domanda formulata da un ipotetico pellegrino che giunto a Casale avrebbe potuto chiedere “Qual è l’arca di Sant’Evasio?”, ovvero “Dove si trovano le spoglie del santo patrono a cui rendere omaggio?”.

Nonostante la disposizione e l’interpretazione di alcuni mosaici sia attualmente in fase di studio, appare evidente la volontà di rappresentare attraverso riferimenti, citazioni bibliche e allegorie la lotta tra il bene e il male che è destinato a soccombere a Cristo risorto.

Nello stesso ambiente del deambulatorio, l’architetto Mella collocò alcune altre testimonianze dell’antico arredo lapideo del Duomo provenienti sia dalle cappelle come la scultura di Santa Caterina d’Alessandria e il bassorilievo con la Crocifissione, entrambi parte di due diversi polittici marmorei in gran parte dispesi, sia dalla facciata. Questi ultimi rappresentano un Guerriero con mantello e spada e i due re longobardi Liutprando e Teodolinda considerati secondo la tradizione i fondatori del Duomo.

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