LAVORO
Madre Geltrude Comensoli
Madre Geltrude Comensoli
La vicenda di Madre Geltrude Comensoli (1847-1903) costituisce un esempio non privo di originalità nel panorama degli Istituti religiosi nati tra Otto e Novecento. Nativa di Bienno (Bs) e dopo un’infanzia accanto alla famiglia, che aiutò a sostenere economicamente andando a lavorare come governante e dama di compagnia presso famiglie benestanti, prima a Chiari (Bs), poi a San Gervasio (Bg), maturò il desiderio di fondare un istituto dedito all’adorazione perpetua del SS. Sacramento e all’apostolato della gioventù femminile. Il progetto prese forma concreta dopo l’incontro con don Francesco Spinelli (1853-1913), con cui avviò la fondazione nel 1882 con sede in via Cavette in Bergamo.
Le ragazze accolte dalla Congregazione della Comensoli, se in grado di lavorare, venivano occupate presso la filanda Monzini, nel quartiere di Borgo Santa Caterina in Bergamo; l’istituto religioso, poi, acquisì la filanda e vi collocò molte suore in ruoli direttivi, aprendo persino un reparto di tessitura per completare il ciclo di lavorazione della seta. Le capacità lavorative acquisite dalle suore in questo ambiente risultarono assai utili anche in seguito: dopo il crollo finanziario dell’Istituto e la separazione dei due fondatori, e la decisione di madre Geltrude di riprendere il cammino istituendo, nel 1891, la Congregazione delle Suore Sacramentine. Queste ultime, pur mantenendo come scopo primario l’adorazione del SS. Sacramento e concentrandosi sull’educazione delle fanciulle povere all’interno di scuole, asili, oratori festivi, orfanotrofi, continuarono l’assistenza delle operaie presenti negli stabilimenti tessili, curandone la disciplina e partecipando all’attività produttiva in qualità sia di maestre del lavoro, che in ruoli di contabilità aziendale.
Significativa fu la presenza delle suore anche negli stabilimenti tessili del milanese per la tutela di centinaia di operaie, molte delle quali minorenni (es. nel setificio Pio ed Egidio Gavazzi di Melzo). Qui le suore erano responsabili dei convitti, dove le operaie risiedevano per l’intera settimana e garantivano ordine, istruzione religiosa, lezioni di lavoro domestico. Garanzie per le famiglie di provenienza e condizioni, per la direzione d’impresa, della pace sociale all’interno dello stabilimento. Le Sacramentine, mentre si trovano immerse in un settore trainante dell’economia regionale lombarda, dall’altro avevano a che fare con i rischi di una gestione poco rispettosa della manodopera femminile, che spesso era soggetta a uno sgradevole ambiente di lavoro, bassi salari e a ritmi produttivi sfiancanti. A loro dunque il delicato compito di mantenere gli equilibri e fornire un ambiente protetto al proletariato femminile che ancora era privo di tutela ed emancipazione.
Assistenza ed evangelizzazione, a partire dall’Eucarestia, portarono poi l’istituto verso nuovi ambiti, tra cui l’insegnamento in prestigiosi collegi maschili, ma anche nelle popolose borgate romane, fino ad arrivare in Africa, Cina e America Latina, dove ancor oggi l’Istituto opera nel nome di Geltrude Comensoli.
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