EDUCAZIONE

Caterina e Giuditta Cittadini

Caterina e Giuditta Cittadini

In un momento storico che vide la nascita di numerose opere di notevole valore socio-caritativo, si inserisce l’esperienza di vita di Caterina Cittadini (1801-1857), segnata fin da subito dalla sofferenza dell’abbandono (già nel 1808, orfana di madre, venne accolta nell’orfanotrofio del Conventino di Bergamo), ma nello stesso tempo forgiata dalla forza dell’amore fraterno di sua sorella Giuditta, con la quale condivise dolori, gioie, sogni e ideali, fino al concretizzarsi dell’azione educativa che caratterizzò tutto il loro percorso di vita.

Proprio questa comunanza di intenti, condusse  le sorelle Cittadini, dopo aver ottenuto l’abilitazione all’insegnamento come maestre elementari, alla Scuola comunale di Vercurago, con sede a Somasca, accanto ai locali in cui, circa tre secoli prima, era morto San Girolamo Emiliani, il cosiddetto “Padre degli orfani”. L’insegnamento presso la scuola comunale, tuttavia, non fu sufficiente: Caterina e Giuditta, con il supporto di due cugini sacerdoti di Calolzio, dopo aver acquistato nel 1826 una casa nella stessa Somasca, decisero di istituire, sei anni dopo, una scuola elementare privata, che presto diventò anche educandato, mettendo completamente a frutto quel carisma educativo di cui erano dotate e operando per la formazione integrale della persona.

In questo cammino di apostolato nell’educazione, non più accompagnata dalla sorella Giuditta, morta nel 1840, ma da alcune maestre che avevano seguito i suoi passi, Caterina decise di istituire una nuova famiglia religiosa, la Congregazione delle Suore Orsoline di S. Girolamo in Somasca, nata nel 1844 sotto forma di contratto vitalizio tra le associate. In una nuova, vera comunità, le consociate della Congregazione portavano avanti il ruolo di “maestra cristiana”, una vocazione all’insegnamento, all’amore e alla cura verso il prossimo, comportandosi come “vere madri in Cristo”.

Così la congregazione si distinse da un’intensa attività pastorale e da una pedagogia educativa caratterizzata da un sano realismo, da un’attenzione alla persona in situazione di difficoltà, da una capacità di costruire itinerari formativi che miravano alla crescita globale della gioventù, allora segnata da povertà economica, culturale e morale.

L’occuparsi dell’educazione cristiana di fanciulle e fanciulli, come esprime Caterina nei suoi scritti, è una missione nobilissima, che impegna le facoltà più elevate dell’uomo, ossia l’intelligenza e il cuore, col fine di illuminare le menti e scaldare gli animi degli educandi.

Per realizzare ciò le suore-insegnanti avevano un’adeguata professionalità, che permise loro di guidare numerose scuole, materne, elementari, medie, sia in città che in Diocesi di Bergamo, ma anche in Sardegna e nelle terre di missione “ad gentes”.

Le sorgenti
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