Diocesi di Sessa Aurunca: Basiliche e Santuari, un cammino millenario

I Santi Casto e Secondino: I primi testimoni della fede

I Santi Casto e Secondino: I primi testimoni della fede

Le testimonianze archeologiche: il sito catacombale

A ridosso dell’attuale Ospedale civile di Sessa Aurunca si osservano degli avanzi archeologici del periodo tardo antico.  Per comprenderli è opportuno rifarsi agli scritti di Diamare della fine Ottocento: “In Sessa esisteva la Chiesa dedicata a S. Casto, e tuttavia ne esistono i pregiati avanzi, che da loro con tutta forza rivendicano le vetuste nostre memorie. Questa Chiesetta da noi più volte visitata e fatta visitare da diversi periti archeologi, per l’ignavia e l’ingiuria dei tempi abbandonata, ha formato e forma l’oggetto di seri osservazioni […] In Questa Basilichetta, nella parte interna, vi erano e tuttavia vi ravvisano belli affreschi medioevali sovrapposti ad altri della scuola Bizantina […] Da tempi antichissimi è stata chiamata la Chiesa di San Casto”. Un luogo non solo storicamente interessante ma anche rilevante per i suoi avanzi archeologici. Il Diamare riporta l’esistenza del sarcofago che doveva contenere le spoglie mortali dei Santi Casto e Secondino. La parte destra del sarcofago è stata trafugata all’inizio degli anni Sessanta del Ventesimo secolo e solo nel 2001, una parte è stata recuperata e collocata nel 2006 insieme con gli altri resti come base dell’altare basilicale dell’attuale Santuario. L’ipotesi di catacombe cristiane fu subito avanzata e mani smentita, sebbene solo con gli scavi archeologici iniziati nel 2006 è possibile riscontrare tesi scientificamente attendibili. Il lavoro sinora effettuato è di una straordinaria importanza per la conoscenza dei primi secoli del cristianesimo a Sessa. L’edificio cultuale presenta una pianta quadrata con lacerti di affresco, databili a secoli tra il XII ed il XIV, lungo le pareti dell’edificio testimonianti l’importanza del sito per tutto il periodo medievale. Al di sotto del pavimento vi sono diverse tombe. Gli scavi archeologici, effettuati su tutta l’area circostante la chiesa, hanno reso possibile la riapertura di un cunicolo e di un arcosolio con una “decorazione dipinta con motivo a cassettonato, entro cui si disponevano boccioli di rose. Il tipo di cassettonato a larghe fasce rimanda a raffigurazioni simili, databili alla seconda metà avanzata – fine del IV secolo”. Una citazione merita anche il Santuario diocesano intitolato ai Santi Casto e Secondino ubicato a poca distanza dal sito catacombale. Questo è stato fermamente voluto dal vescovo Costantini ed aperto al culto nel 1973. L’altare basilicale ha come base quello che rimane del sarcofago dei Santi martiri mentre sulla parete di fondo del presbiterio, all’interno di due urne in bronzo, sono esposti i teschi dei due santi. L’architettura s’inserisce in quel filone architettonico post conciliare con la parete di fondo interamente mosaicata.

 

I Santi Casto e Secondino: I primi testimoni della fede

Le fonti storiche sul martirio dei Santi Casto e Secondino, ritenuti i primi vescovi di Suessa e Sinuessa, sono discordanti non fornendo particolari dettagli sulla vita dei due Santi. Il martirio è fatto risalire tra il 292 ed i primi anni del IV secolo per poi essere sepolti nell’area cimiteriale a Nord dell’abitato aurunco sui cui si è sviluppato il sito catacombale. Il culto per questi due martiri continuò sicuramente sino alla metà del X secolo. Tra il 966 ed il 969 le reliquie furono portate presso la Cattedrale di Gaeta per essere conservate insieme ad altri martiri. Ma il culto non terminò. Lo testimoniano gli affreschi dei secoli successivi che evidenziano una frequentazione del sito martiriale durata almeno sino al XVI secolo. Sessa Aurunca non è l’unica realtà territoriale a venerare San Casto. Calvi, Trivento, Benevento, Capua e Sora. A Gaeta è custodito anche il codice manoscritto membranaceo in scrittura beneventana che riporta la “Passio dei Santi Casto e Secondino”. Oltre al documento manoscritto sono custoditi i corpi dei Santi Martiri Casto e Secondino. Sull’urna sono riportati i nomi di Casto, Secondino ed Eupuria. In precedenza queste reliquie erano conservate nella cripta. Lo spostamento dalla cripta al presbiterio, effettuato relativamente di recente, permette di poter facilmente visionare il “reliquiario”. Coll’interessamento di Mons. Vittorio Maria Costantini, vescovo di Sessa dal 1962 al 1982, sono stati donati alla Diocesi il cranio dei due santi nel 1962. Il giorno delle festa era il 22 maggio, così come riportato nei documenti sinodali del Vescovo Placidi e dal vescovo Riccardi, a differenza della precedente che ricadeva il 1 luglio. Attualmente la festa religiosa è ritornata al 1 luglio.

 

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