Val Sesia

Eugenia – Ferrera di Cravagliana

Eugenia – Ferrera di Cravagliana

Dall’autentica che accompagnò la reliquia nel suo peregrinare fino a Ferrera, frazione di Cravagliana, in Val Mastallone, una delle valli che compongono la Valsesia, si apprende che essa fu riconosciuta, due anni dopo il suo prelievo dalla catacomba di San Callisto nel 1764, da monsignor Giovanni Lercario arcivescovo titolare di Adrianopoli, il 4 settembre 1766 e venne depositata, con la presunta ampolla del sangue, presso l’ufficio delle reliquie del Vicariato di Roma.

Il corposanto di Eugenia ha una storia singolare, descritta nella relazione del suo trasporto e della sua accoglienza a Ferrera, avvenuti nel luglio del 1880. Dapprima destinato ad essere inviato in Messico, stante le misure sbagliate dell’urna rispetto all’altare predisposto per contenerla, il corposanto giunse tra i monti valsesiani per interessamento del parroco don Davide Cusa che, fin dal 1877, aveva fatto richiesta di reliquie estratte dalle catacombe da destinare alla venerazione nella sua chiesa di San Pietro.

Nel 1880, tramite don Pietro Fornara di Cameri che si era recato a Roma, rinnovò la domanda e ottenne il corposanto di Eugenia, rimasto giacente presso gli uffici del vicariato. Lo stesso don Fornara organizzò il trasporto della reliquia che giunse a Novara in treno; collocata poi su un carro arrivò fino a Varallo, da dove partì alla volta di Ferrea su una elegante carrozza, trainata da due cavalli.  Ai confini della parrocchia, tra Nosuggio e Saliceto, erano ad accogliere la santa il parroco locale col suo popolo e da là mosse la processione fino a Ferrera. Dapprima il sacro deposito trovò temporanea collocazione presso la casa parrocchiale, in attesa che si predisponesse il luogo adatto ad accoglierlo in parrocchiale.

Per la sua collocazione venne ricavato un vano sulla parete sinistra della cappella di San Giovanni Battista. Sopra alla nicchia venne dipinta una scritta: EUGENIA DULCIS ANIMA IN PACE, che potrebbe forse essere il testo epigrafico inciso sulla chiusura del loculo catacombale. Attualmente, per sottrarla all’umidità, l’urna è sistemata direttamente sulla mensa dell’altare della stessa cappella, dove, sulla parete destra, il pittore Cesare Tos, nel 1945, ha eseguito un affresco, purtroppo molto deteriorato, che riproduce idealmente martirio di Eugenia.

Il trasferimento della presunta martire nella parrocchiale di San Pietro avvenne il successivo 3 ottobre, nel contesto di una grande celebrazione, con la partecipazione di fedeli giunti dagli altri paesi della valle e di diversi sacerdoti. Il corposanto si presenta ancora come descritto nella relazione del trasporto e come venne composto nella bottega romana degli Scevola. In particolare sembra che questo sia stato realizzato da Matilde, figlia di Modesto Scevola, che compose le reliquie di Santa Chiara di Assisi e di Sant’Anselmo di Bomarzo e, per la diocesi di Novara, quelle di Santa Anatolia, venerate a Borgomanero e di San Felice custodite nella collegiata di Varallo.

La ricorrenza annuale in onore di Eugenia, un tempo celebrata con maggior solennità, cade nell’ultima domenica di luglio a ricordo del suo arrivo in paese, avvenuto il 25 luglio 1880.

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