Val Sesia

Costanzo – Valduggia

Costanzo – Valduggia

Il corposanto di Costanzo è conservato nella chiesa parrocchiale di San Giorgio, nel centro storico di Valduggia, popoloso paese a poca distanza da Borgosesia, ubicato lungo l’antico asse viario della Cremosina che unisce la Valsesia ai territori del Cusio.

La reliquia giunse in paese nel 1683: la richiesta delle reliquie di un martire romano venne auspicata dal clero di San Giorgio per fornire un riferimento devozionale che potesse costituire un ulteriore motivo di supremazia da parte dell’antica parrocchia sulla quella nascente di Santa Maria che, con la sua costituzione avrebbe privato la matrice di buona parte del territorio sotto la propria giurisdizione.

Il documento di autentica reca la data del 25 novembre 1683 e la firma dell’allora custode pontificio, l’agostiniano monsignor Giuseppe Eusanio; destinatario dei sacri resti era il parroco di San Giorgio, don Giovanni Battista Recco (Arecco in alcuni documenti). Le ossa del presunto martire Costanzo vennero ritrovate nella catacomba romana di Calepodio e giunsero da Roma all’interno della classica cassetta lignea recante i sigilli dell’autorità ecclesiastica e furono oggetto di una canonica ricognizione il 12 giugno del 1684.

Per l’accoglienza ufficiale del corposanto venne organizzata una solenne cerimonia nella prima domenica di luglio del 1685, dopo che venne deposto nella cassa appositamente realizzata per conservarlo. Più solenni furono i festeggiamenti indetti nel 1752 che nei documenti vengono descritti con dovizia di particolari e restituiscono il clima di fervore religioso che si respirava a quel tempo e le cronache riportano alcuni fatti ritenuti prodigiosi avvenuti per intercessione del santo, la cui venerazione andava diffondendosi nei centri viciniori.

In questa occasione venne inaugurata la cappella che ancora oggi ospita la reliquia, edificata sul lato destro dell’edificio. L’altare in preziosi marmi, come si può leggere sulla scritta visibile sulla base del frontale, venne realizzato grazie alla generosità dei valduggesi emigrati proprio a Roma. L’urna che lo racchiude, come riportato su una targa in argento, è dono di quelli che si erano trasferiti a Torino, che la commissionarono all’artista Giacomo Gazzino. La cassa lignea, che può essere messa come rivestimento, venne invece offerta dalla locale Confraternita del Santissimo Sacramento.

Il ricomposto corpo di Costanzo si presenta rivestito di un abito di fattura settecentesca per la cui confezione concorsero, questa volta, coloro che avevano cercato miglior fortuna nel capoluogo lombardo. Dietro all’altare su cui poggia l’urna è visibile un quadro che immortala il santo nella ricorrente figura del soldato romano dell’età imperiale, con armatura e mantello rosso, mentre volge il suo sguardo verso il cielo, confortato dalla presenza di un angelo raffigurato ai suoi piedi.

Solenni festeggiamenti vennero indetti nel 1883, per commemorare il bicentenario dell’arrivo a Valduggia del corposanto. L’urna venne trasferita in casa parrocchiale per una pulizia e una sistemazione delle vesti del santo, a cura delle Suore Giuseppine di Novara. In questa circostanza venne messa la palma in argento tra le mani di Costanzo, dono di Mo Francesco, oriundo della frazione Colma ma abitante a Vercelli e furono rifatti i calzari, realizzati a Torino a cura di Pietro Scaletti, abitante in località Pelliccione di Castagnola.

I documenti d’archivio ricordano il trasporto del santo nel 1908 e quello effetuato dopo cinquant’anni nel 1958; nessuna particolare celebrazione è invece avvenuta nel 1983, terzo centenario della presenza del santo. La festa annuale era invece fissata alla prima domenica di luglio ma tale celebrazione oggi non riveste particolare importanza all’interno della comunità valduggese.

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