Val Sesia

Benedetto – Piana dei Monti

Benedetto – Piana dei Monti

Le notizie riguardanti questa reliquia si possono dedurre dalla cronaca della festa organizzata per la sua accoglienza a Piana dei Monti, redatta da Giuseppe Maria Perolio in uno dei libri contabili dell’allora parrocchia dell’Assunta. Perolio fu un personaggio singolare per l’epoca ed il contesto in cui visse: uomo molto istruito, che conosceva il latino e la musica, era membro di una delle famiglie più benestanti del posto. Per ben trentadue anni, dal 1812 al 1844, ricoprì l’incarico di fabbriciere della parrocchia, terminato il quale continuò, ancora per diversi anni, il suo servizio di organista.

Il corposanto era stato ritrovato anonimo nel complesso cimiteriale di Priscilla e, col nome di Benedetto, depositato presso la custodia delle reliquie del vicariato di Roma.  Il 3 febbraio 1826, venne donato al sacerdote Giovanni de’Mattei, oriundo della piccola borgata di Mascherana, frazione di Cellio, che aveva richiesto delle reliquie catacombali da destinare al santuario della Madonna della Guardia di Ornavasso, paese all’imbocco della Val d’Ossola di cui era arciprete. Le sorti delle reliquie furono però diverse e il corposanto prese la via per il piccolo centro montano, ove giunse il 23 agosto del 1832.

Per soddisfare la pietà dei fedeli, le ossa del presunto martire furono inserite in un manichino scolpito dall’orefice e scultore Scavini, di Intra. Nel frattempo i solerti abitanti di Piana diedero inizio ai lavori di costruzione dell’ambiente in cui poter collocare il sacro deposito, realizzando una cappella sul lato destro dell’edificio. Il trasferimento del corposanto venne organizzato con la massima solennità e nei minimi particolari: da Intra a Feriolo in barca, poi via terra fino ad Omegna e poi nuovamente sul lago fino a Pella, ove si predispose la processione che raggiunse Piana dei Monti.  Tutta la popolazione concorse all’allestimento di addobbi e architetture effimere che fecero da cornice all’ingresso del santo nella chiesa, collocata su un promontorio da cui domina le case del paese.  Molte persone erano giunte da altre località, attirate non solo da sentimenti di fede ma anche da curiosità, come ancora avviene in occasione di molti eventi religiosi, in cui, oltre alla devozione, si unisce l’aspetto folcloristico.

Al termine dei festeggiamenti San Benedetto trovò definitivo riposo sull’altare che era stato preparato e dove ancora oggi è collocato; il manichino è ancora quello realizzato dallo scultore intrese: i capelli del santo sono cinti da una corona di alloro in metallo e, sopra alla veste in stoffa bianca, indossa un’armatura alla foggia romana. Nella mano sinistra tiene la palma mentre, a lato del piede sinistro, vi è un contenitore cilindrico al cui interno si scorge il frammentato vaso di sangue.

La festa annuale venne fissata alla terza domenica di agosto, in ricordo delle solenni cerimonie del 1833 e, in alcune circostanze, si è ripetuta la processione con l’urna, come avvenuto nell’estate del 1945, dopo la conclusione della Seconda Guerra Mondiale.

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