Ovest Ticino
Giusto e Aurelio – Galliate
Giusto e Aurelio – Galliate
I Santi Giusto e Aurelio sono i patroni del popoloso borgo di Galliate, a poco distanza da Novara, che ne accolse le reliquie nel settembre del 1651, quale dono da parte della contessa Maria Aldobrandina Sforza, feudataria del paese.
I resti di questi due presunti martiri vennero ritrovati nella catacomba di Calepodio e donati, per concessione di papa Innocenzo X il 20 dicembre del 1646, ad Olimpia Aldobrandina Panfili, principessa di Rossano, con la possibilità di trasmetterli a sua volta ad altri, per essere posti in venerazione in qualche luogo di culto. Il 6 ottobre 1650 la nobildonna concesse i due corpisanti alla contessa, vedova del marchese di Galliate Giovanni Paolo II. Ad un anno di distanza, il 6 settembre 1651, nel castello del paese, tre canonici della Cattedrale giunti da Novara, il vicario generale don Alessandro Pernati, l’avvocato Battista Ramella ed il teologo don Baldassare Tosini, effettuarono la ricognizione canonica delle reliquie in vista dell’ufficiale donazione alla comunità, che avvenne il 15 dello stesso mese. Quel giorno, nella sala delle udienze del castello, alla presenza del podestà del borgo Francesco Maino, la marchesa trasmise alla parrocchiale i due corpisanti, che erano contenuti in due cassette di legno sormontate da una croce d’argento con due palme dorate. Dopo l’espletamento delle consuete formalità, certificate dall’atto del notaio Gerolamo Pagano, le sacre reliquie vennero portate in chiesa parrocchiale con un solenne corteo che, alla presenza di una grandissima folla, percorse il cosiddetto stradone della Scaglia.
Nell’antica parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, per la conservazione delle reliquie, venne realizzato uno scurolo al di sotto del presbiterio, provvisto di un altare per la celebrazione della Messa, benedetto dal parroco Giulio De Giuli nel 1660. In questa sede però le reliquie non rimasero a lungo, a causa dell’umidità dell’ambiente e, verso il 1700, venne realizzato un altare di marmo nero, opera dello svizzero Antonio Rossi, in una delle cappelle laterali dell’edificio dove, in una grande urna dello stesso materiale, vennero posizionate le due arche di legno contenenti le ossa. Negli anni trenta dell’Ottocento l’altare venne rifatto a cura del marmorino Giovanni Rossi, su progetto dell’ingegner Giovanni Antonio Melchioni e, nel 1835, vi venne collocata la nuova grande urna in rame argentato, disegnata e realizzata da Giovanni Antonio Ubicini, in cui furono ricomposte le figure dei due santi.
Anche questa però non fu la definitiva sistemazione dei due corpisanti; nel luglio del 1851, infatti, si iniziò la completa demolizione della chiesa, per dare avvio al grande cantiere della nuova parrocchiale. Il 24 agosto successivo, con una solenne processione, l’urna venne trasferita presso la chiesa di Sant’Urbano, ove restò provvisoriamente ricoverata fino a conclusione dei lavori. L’11 ottobre del 1863, con un altro ancor più partecipato corteo, i due santi patroni fecero ritorno in parrocchiale, per essere sistemati nell’altare della cappella destra del transetto. Volendo emulare quanto realizzato in tante altre località, anche la popolazione galliatese si adoperò per la progettazione di un grande scurolo che, progettato dal sacerdote e architetto galliatese Ercole Marietti, venne inaugurato nella domenica 20 ottobre 1889.
Nella chiesa alcune opere d’arte ritraggono Giusto e Aurelio; la più antica ed importante è una grande tela, dipinta da anonimo artista nel 1762 per legato di Giovanni Battista Martelli. Al centro del quadro vi è raffigurata la Vergine Maria con il Bambino, sotto la quale si può vedere uno scorcio di Galliate, ai lati compaiono i due santi vestiti con abito da milite romano e recanti la palma simbolo del martirio loro attribuito. Sempre in abiti da soldati i due santi compaiono in un clipeo ricamato al centro di un paliotto di stoffa rossa, che veniva posto nell’antependium dell’antico altare maggiore. Anche nella nuova mensa eucaristica, scolpita in legno nel 1994 da Luciano Gabrielli, hanno trovato posto le figure dei due patroni, nel lato rivolto verso il loro scurolo. Sono invece purtroppo state trafugate nel 1980 le due sculture collocate sopra le porte d’accesso alla cappella, che sono riprodotte in alcuni santini di inizio Novecento. Due altre immagini dei santi, realizzate come stucchi in altorilievo, si trovano ai lati dell’altare dedicato a San Bovo nella chiesa di Santa Caterina.
Fin dall’anno dell’arrivo delle reliquie la festa annuale in onore di Giusto e Aurelio venne celebrata nella terza domenica di settembre, per ricordare il loro primo trasporto nella parrocchiale. Nel 1850 venne anticipata alla seconda domenica di agosto, a motivo dell’impegno agricolo di gran parte della popolazione ma, già nel 1864, fu posticipata alla terza domenica di ottobre, mentre ora è celebrata nella quarta domenica di settembre.
Anche a Galliate, a scadenza periodica, vennero organizzati dei solenni trasporti dell’urna: nel 1922, nel 1946 dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale e nel 1952. L’ultima volta che l’urna percorse le vie della cittadina, sostando in tutti gli oratori rionali, fu nel 1989, nel ricordo del primo centenario dell’inaugurazione dello scurolo.
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