Ovest Ticino

Faustino – Gravellona Lomellina (Diocesi di Vigevano)

Faustino – Gravellona Lomellina (Diocesi di Vigevano)

San Faustino è venerato come patrono  di Gravellona Lomellina, località che dal 2016 non appartiene più alla diocesi di Novara ma a quella di Vigevano.

La presenza della reliquia nella locale chiesa parrocchiale risale al 1850, quando monsignor Scavini donò all’allora parroco Omodei: Corpus in fragmentis redactum, et in simulacrum ex cera confectus, S. Faustini n.p. extractum de mandate D.N. Papae ex Coemiterium Ciriacae in via Tiburtina die 18 Xbry. 1846, cum vasculo sanguine tincto et inscriptione in calce FAOSTYNNI VIXIT XXIV.

Una trionfale accoglienza venne riservata al corposanto: il popolo gravellonese, con molti altri fedeli giunti dai vicini paesi della Lomellina e dalla città di Vigevano, si portarono presso il santuario della Madonna di San Zeno, alla periferia del borgo, ove era stata collocata l’urna che lo conteneva. Da lì mosse la solenne processione che raggiunse la parrocchiale, ove i sacri resti sarebbero stati definitivamente deposti ed iniziò il culto verso questo creduto giovane martire che venne proclamato speciale protettore della cittadina. La vicenda di questo corposanto è, appunto, la storia della devozione che gli venne tributata, essendo già arrivato da Roma così come ancora oggi lo si può osservare, senza subire successive modifiche.

A scadenza venticinquennale si svolsero i trasporti solenni dell’urna per le strade di Gravellona: nell’anno 1900, con la presenza del vescovo di Vercelli Carlo Lorenzo Pampirio; quello di Novara Giuseppe Castelli presiedette i festeggiamenti del 1925, mentre monsignor Carlo Allorio, già arciprete di Trecate e poi divenuto vescovo di Pavia, fu presente alla ricorrenza centenaria del 1950.

Per la conservazione del corposanto, nel 1886, grazie alla munificenza del sacerdote don Giuseppe Silva, venne realizzata una elegante cappella, ornata di preziosi marmi e chiusa da una cancellata di ferro battuto. L’ambiente è illuminato da una vetrata che rappresenta il santo in abiti da antico romano, recante la palma del martirio e con la sagoma della chiesa sullo sfondo. Un restauro di questo spazio venne eseguito nel 1964, sotto la guida di don Gilio Masseroni, ed in questa occasione venne anche sostituita l’urna originaria nella quale i sacri resti giunsero dall’Urbe. A questo manufatto, riprodotto in una stampa del 1850 e ancora visibile nelle fotografie di cent’anni dopo, venne preferita un’opera dalle linee più semplici e aperta su tutti i lati per dare maggiore visibilità al simulacro del santo contenente le ossa.

La ricorrenza annuale in onore di San Faustino, festa patronale del luogo, era celebrata inizialmente la domenica seguente alla festa dell’Assunta, titolare della parrocchia; successivamente, per le ferie estive, è stata trasferita alla prima di giugno per favorire una maggior partecipazione dei fedeli.

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