Ossola
Lupercilla – Crodo
Lupercilla – Crodo
Il corposanto di una fanciulla di circa otto anni, chiamata Lupercilla, venne esumato dalla catacomba di Callisto nel 1744 ed è oggi in venerazione nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano a Crodo, paese della valle Antigorio.
Il cardinale Giuseppe Antonio Sala, membro di un casato originario di Baceno, su richiesta dei due fratelli Francesco e Giuseppe della ragguardevole famiglia Guglielmi di Crodo, nel 1819 trasmise la reliquia alla parrocchia. Il 13 agosto dello stesso anno, alla presenza del Vicario Foraneo don Giuseppe Darioli, delegato dal vescovo di Novara cardinale Morozzo, venne compiuta la ricognizione canonica del corposanto. Il 22 successivo, alla presenza di una grande folla, Lupercilla fece solennemente il suo ingresso nella chiesa di Santo Stefano; per un mese l’urna restò esposta alla devozione dei fedeli, nel tempo necessario ad adattare lo spazio sotto l’altare maggiore ove venne collocata il 19 settembre.
Nel 1899 si predispose una pulitura del corpo di Lupercilla, eseguita dall’oblato Antonio Varalli, sotto la supervisione del parroco don Alvazzi e venne sostituita anche l’urna con quella che oggi si può ammirare, collocata sotto la mensa dell’altare di Sant’Anna, ove vi fu sistemata ai tempi di don Lorenzo Francione, che fu parroco dal 1938 al 1970.
La popolazione di Crodo iniziò, fin da subito, a nutrire particolare devozione nei confronti della piccola santa, celebrandone ogni anno la festa, dapprima nella seconda domenica di giugno poi, dal 1839, alla terza di luglio e infine, dal 1855, anticipandola di una settimana come ancora oggi si usa. Particolarmente solenni furono i festeggiamenti indetti per celebrare il primo centenario dell’arrivo del corposanto, l’11 luglio del 1920.
L’unica immagine che ritrae la fanciulla si ammira sulla volta della navata centrale, in un dipinto realizzato dal pittore Paolo Raineri di Sant’Agata sopra Cannobio. L’opera venne realizzata per interessamento dei sacerdoti Francesco e Giuseppe Guglielmi, omonimi di coloro che procurarono i resti della presunta martire. Lupercilla è ritratta come una fanciulla vestita alla romana, in ginocchio sopra una nuvola, mentre, col capo cinto da una corona di fiori, si porta una mano sul petto e con l’altra sorregge la palma simbolo del martirio; ai suoi lati figurano due angeli: uno intento a sistemarle il mantello rosso e l’altro recante un giglio, simbolo di purezza. Altri tre putti reggono un cartiglio svolazzante su cui è riportata la seguente iscrizione: VENI SPONSA CHRISTI LUPERCILA ACCIPIE CORONAM.
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