Ossola

Faustino – Craveggia

Faustino – Craveggia

Tra le tante ricchezze che la parrocchiale di Craveggia, in Val Vigezzo, può vantare, quali doni preziosi di numerosi oriundi del luogo che, emigrati per cercare miglior fortuna, arricchirono la chiesa del loro paese natio, va annoverato anche il corposanto di Faustino, che si conserva nella cappella a capo della navata settentrionale, sopra la mensa dell’altare dedicato al Santissimo Nome di Gesù.

La storia di questa reliquia ha inizio il 29 marzo 1712 quando, come attesta la relativa autentica, dopo essere stata estratta dalla catacomba romana di Ponziano, venne donata al sacerdote Girolamo Greco. Sul retro dello stesso documento è testimoniata la cessione alla parrocchia vigezzina; sembra che a motivare la cessione della reliquia alla comunità craveggese fosse il legame di amicizia che il sacerdote aveva con alcuni componenti della famiglia Chino, originaria della Val Vigezzo.

La cassetta contenente le ossa del creduto martire, che già nell’autentica vengono dette in fragmenta et cineris, giunse presso la curia novarese dove, il 17 gennaio 1714, venne esaminata dal vicario generale Odoardo Durio che, constatandone l’integrità, la affidava a don Giovanni Antonio Ferino, uno dei due sacerdoti operanti in quel tempo a Craveggia. Questi avrebbe dovuto provvedere ad un’ulteriore ricognizione al momento dell’arrivo della cassa a destinazione.

Per la collocazione della reliquia, nello spazio che era stato appositamente predisposto per accoglierla, si dovette attendere l’anno successivo, quando le ossa vennero consegnate al padre cappuccino Carlo da Oleggio, affinché conferisse ai resti forma di scheletro umano. Il risultato di questa operazione, offerto alla vista e alla venerazione dei fedeli il 22 agosto del 1718, è assai singolare, considerando la già ricordata frammentarietà delle parti rinvenute nel loculo catacombale. Il religioso seppe realizzare un intero impianto scheletrico, le cui dimensioni potrebbero falsamente indurre un inesperto osservatore ad attribuirlo ad un ragazzo preadolescente.

Il sacro deposito venne inaugurato con un solenne trasporto processionale per le strade del paese la domenica 16 ottobre successiva, alla presenza di moltissime persone e di una quarantina di sacerdoti. Coincidendo tale giorno con la terza domenica del mese, tale data venne scelta, fino al 1825, per la celebrazione annuale del Santo. Avendo constatato che per buona parte della popolazione quel giorno non era più conveniente la festa venne trasferita alla terza domenica di giugno.

Nell’archivio parrocchiale è conservato un fascicolo in cui sono riportate delle grazie attribuite all’intercessione del santo, verso cui la locale popolazione nutriva in passato particolare devozione.

L’iconografia presenta Faustino con sembianze giovanili e nella ricorrente veste di soldato romano, come si può ammirare sia nella volta dello spazio antistante l’altare lui dedicato, dipinta da Giuseppe Mattia Borgnis, sia sulla tela dello stesso autore che chiude il vano in cui sono conservate le reliquie e, infine, nella lunetta sopra la porta d’ingresso che immette nella navata sinistra della chiesa. Tra i numerosi santi affrescati nel grande catino centrale si nota, accanto al martire Sebastiano, un milite romano che tiene in mano la palma del martirio e che, molto probabilmente, potrebbe essere identificato con San Faustino.

Your browser doesn't currently support this component
Please , update your browser

Sezioni del sito

Selezione lingua

  • Italiano
  • English
  • Deutsch
  • Français
  • Español