Novara

Urbico – Santa Rita

Urbico – Santa Rita

Le ossa del giovane Urbico sono oggi conservate nella chiesa parrocchiale di Santa Rita, a Novara, traslatevi da quella di San Gaudenzio di Agognate nel 1988.

Le reliquie furono prelevate dalla catacomba romana di Santa Agnese, prima del 1645. In quell’anno, infatti, su mandato del pontefice Innocenzo X, esse vennero donate ad Alessandro Caroelli, signore delle terre di Agognate, con la solita possibilità di trattenerle presso di sé, di farne dono ad altri e di poterle destinare alla pubblica venerazione. Il sacerdote Giuseppe Urbico Valeriano Caroelli, figlio di Alessandro e canonico della basilica di San Gaudenzio, consegnò il sacro pegno alla chiesa di Agognate, come testimoniato dall’atto notarile, redatto da Giovanni Pietro Morone il 3 dicembre 1678.

Per la conservazione delle reliquie venne realizzata una piccola urna in legno di noce, decorata con fregi in argento; l’opera risale al 1681 e presenta lo stemma della nobile famiglia Caroelli, che fu il tramite per cui gli abitanti del piccolo sobborgo alle porte della città poterono venerare un santo esclusivo e custodirne i resti mortali. Nella cappella era inoltre collocata una tela, di squisita fattura, anch’essa trasferita nella chiesa di Santa Rita, in cui il santo è raffigurato come un giovane soldato romano mentre, con le braccia aperte, rivolge lo sguardo verso il cielo da dove giunge un raggio di luce a illuminarne l’imberbe volto. Sempre nelle sembianze di un milite è ritratto anche nel clipeo posto al centro di un paliotto che adornava la mensa dell’altare su cui era sistemato il reliquario.

L’annuale festa in onore di Urbico era celebrata nella seconda domenica di maggio, come stabilito da decreto vescovile del 22 aprile 1682, anno in cui avvenne anche il primo solenne trasporto processionale dell’urna. L’ultima processione documentata, nell’originaria sede, è del 1932, organizzata dall’allora parroco di Agognate don Giovanni Bassi. Nel corso del XVIII secolo, è testimoniata l’usanza di ricorrere all’intercessione del santo in occasione di particolari e gravi necessità, come guerre e siccità, attraverso l’esposizione della piccola urna e la celebrazione di Messe all’altare lui dedicato.

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