Dei Laghi
Giustina – Forno
Giustina – Forno
Il corposanto di Giustina è venerato nella parrocchiale di Forno in alta Val Strona, situata tra la Valsesia e l’Ossola, a monte di Omegna nel Cusio.
Dall’autentica di accompagnamento delle ossa si apprende che esse vennero estratte, il 28 gennaio 1827, sotto il pontificato di papa Leone XII, da un loculo della catacomba di Ciriaca, sigillato con questa iscrizione: IUSTINE/ DULCIS/ ANIMA/ IN PACE. Si tratta dunque di un corposanto di nome proprio che, attraverso il cardinal vicario Zurla, il 5 gennaio 1828 venne concesso alla principessa Carolina Hielmansegge Schanberg, con la consueta facoltà di trattenerlo presso di sé o farne dono ad altri e di poterlo esporre alla venerazione in una chiesa e oratorio pubblico o privato. La nobildonna provvide al trasporto della reliquia e dell’epigrafe con il nome dall’Urbe fino a Dresda, suo luogo di residenza.
Trascorse più di un anno prima che il sacro deposito fosse riconosciuto e ne fosse consentito il culto: il 9 ottobre del 1829 venne compiuta ricognizione canonica dal vicario generale di Passavia e, tramite il sacerdote Enrico Muller, parroco di Aholming, la cassetta con le ossa ed il vaso di sangue ritornò alla contessa. A Dresda risiedeva a quell’epoca il padre gesuita Bartolomeo Cracchi, originario di Forno, che nella città tedesca si era tanto prodigato per l’assistenza delle truppe francesi presenti in città durante l’epidemia di tifo del 1813. Egli svolgeva anche funzioni di cappellano presso la corte di Sassonia ed era stato scelto come confessore di Antonio, re di Sassonia dal 1827 al 1836.
Nel 1835, la contessa fece dono del corposanto a padre Bartolomeo che conservò la cassetta presso la sua abitazione fino al 1843. In quell’anno il gesuita ricevette la visita del nipote, anch’egli sacerdote e coadiutore titolare della parrocchia d’origine, a cui padre Cracchi trasmise la reliquia esprimendo la volontà che venisse esposta alla devozione dei parrocchiani di Forno,
Fu dunque come dono di un figlio lontano dalla sua terra d’origine che Santa Giustina arrivò tra i monti della Valle Strona. Giunta la reliquia a Forno venne ufficialmente riconosciuta dal vicario generale della diocesi, il 4 novembre del 1843. Anche il vescovo Giacomo Filippo Gentile, in visita pastorale in loco il 30 maggio del 1851 compie il riconoscimento dei sacri resti, ancora conservati nell’originaria cassetta lignea, esortando la popolazione a porli in adeguata venerazione, come da volontà del donatore.
Nel luglio del 1852 iniziarono i lavori per demolire l’esistente cappella dell’Annunciazione, sul lato meridionale dell’edificio, e riedificarla in più ampia forma, per collocarvi il corposanto. Nell’arco di due mesi la cappella venne portata a tetto, ma altri dieci anni dovettero trascorrere perché si vedesse completata l’opera con la collocazione del corposanto nell’urna sull’altare di forme neoclassiche.
Con decreto del 14 maggio 1862, infatti, il vescovo dava il permesso all’abile prevosto di Intra plasmatore di corpisanti, di preparare un manichino che potesse accogliere le ossa di Giustina. A fine luglio il nuovo corpo di Santa Giustina era pronto per fare definitivo ritorno nel paese cui era stato destinato. Per il suo ritorno in valle e l’accoglienza in parrocchia venne organizzata una grande festa, il cui svolgimento è in parte raccontato in uno scritto dell’allora prevosto don Lorenzo Francione, rimasto però purtroppo incompiuto in seguito alla sua improvvisa morte.
La cappella che accoglie il corposanto di Giustina si presenta come un vero e proprio piccolo santuario in sua memoria; le due pareti laterali sono decorate con affreschi che raffigurano la condanna a morte ed il martirio della giovane presunta martire. L’epigrafe sepolcrale, che chiudeva il loculo in cui vennero trovate le ossa, è incastonata in una lapide in marmo nero, collocata sulla parasta di sinistra, mentre dalla parte opposta, su analogo supporto, è sintetizzata la storia della reliquia. Un frammento osseo della santa è stato posto all’interno di una teca a sua volta inserita nel piedistallo di una statua, in lamina d’argento, che rappresenta Giustina con la palma del martirio.
La comunità di Forno festeggia ogni anno la sua compatrona nella prima domenica del mese di agosto, a ricordo di quando il corposanto venne messo in venerazione entro la preziosa urna. A cadenza periodica sono poi organizzate particolari celebrazioni che prevedono il trasporto processionale del corpo. I primi due trasporti avvennero a cadenza cinquantennale, nel 1912 e nel 1962, successivamente si decise di tenere tale ricorrenza ogni venticinque anni, come avvenuto nel 1987 e nel 2012, mentre una processione straordinaria si tenne in occasione del giubileo dell’anno 2000.
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