Borgomanerese e Aronese
Gaudenzio e Fortunata – Bolzano Novarese
Gaudenzio e Fortunata – Bolzano Novarese
Le reliquie di Gaudenzio e Fortunata, comunemente noti come I Santit (I Santini), sono oggi custodite nella parrocchiale di Bolzano Novarese, paese situato sulle colline tra il borgomanerese ed il Cusio.
Le ossa di Gaudenzio, un bambino di circa sette anni di età, furono rinvenute, con il creduto vaso di sangue, nella catacomba di Priscilla, come attesta l’autentica del 10 dicembre 1690. A chiusura del loculo del piccolo Gaudenzio era posta una lapide recante la seguente iscrizione: MARCIANUS CARO FILIO SUO GAUDENTIO BENEMERENTI QUI VIXIT ANN. VII M. X.
I resti di Fortunata vennero invece scoperti, dietro ad una lastra che ne recava semplicemente il nome, nel cimitero di Ciriaca e autenticati il 1° maggio 1698. Destinatario di entrambi i corpisanti, come attestano le rispettive autentiche, fu Giovanni Antonio Federici, abitante in Roma ma di origini bolzanesi. Egli destinò il primo alla cappella privata annessa alla sua abitazione nel paese natio, mentre il secondo lo donò alla chiesa parrocchiale.
Alla morte di Giovanni Battista Federici tutti i suoi beni passarono in eredità alla figlia Angela Antonia, moglie di Francesco Antonio Biagini. Il loro figlio Giovan Battista Biagini venne in possesso della casa materna con l’annessa cappella che, per difficoltà economiche, fu costretto a ipotecare. È possibile che proprio in questo frangente le ossa di Gaudenzio siano state trasferite in parrocchiale, dove già vi erano quelle di Fortunata. Il culto congiunto ai due piccoli santi ha inizio nel settembre del 1782, quando il vescovo Balbis Bertone autorizza il parroco don Pietro Borsini a esporre le reliquie alla pubblica venerazione.
La sistemazione delle ossa nell’attuale urna risale all’ottobre del 1908 e sono tutt’ora oggetto di sentita devozione da parte della locale popolazione che ne celebra la festa ogni anno nella prima domenica di settembre, con processione alla presenza delle locali confraternite. Il 17 ottobre del 2008, ricorrendo esattamente in quel giorno il primo centenario della nuova sistemazione dei resti, venne organizzato un più solenne trasporto per le vie del paese, presieduto dal vescovo Renato Corti.
Gaudenzio e Fortunata sono ritratti nelle due vetrate dell’abside, rispettivamente a sinistra e a destra dell’altare maggiore, come due giovani di epoca romana, mentre tengono in mano il vaso di sangue e una palma, supposti segni del loro martirio.
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