Borgomanerese e Aronese
Aurelia – Cavaglietto
Aurelia – Cavaglietto
Cavaglietto venera come sua compatrona la presunta martire Aurelia della quale conserva le reliquie dal 1650. Il corposanto venne recuperato da un loculo della catacomba di Calepodio, sulla via Aurelia, durante il pontificato di Innocenzo X e, con la facoltà del vicario monsignor Alessandro Vittricio, vescovo titolare di Alatri, per atto rogato il 28 agosto 1647 e firmato dal segretario Bernardo Gasbarra, donato al sacerdote Carlo Giuseppe Rozzati, allora parroco di Cavaglio.
Come da prassi il destinatario dei sacri resti aveva facoltà di trattenerli presso di sé o di farne dono ad altri e, pertanto, decise di arricchire con questo sacro deposito la chiesa parrocchiale di San Vittore in Cavaglietto, dove era allora parroco suo fratello don Giovanni Francesco Rozzati. Nell’archivio parrocchiale è conservato un originale documento stampato, recante la data del 24 novembre 1651, e autenticato dal notaio Innocenzo Rozati, altro fratello del donatore, che attesta la donazione
La domenica 1° settembre del 1652, una gran folla di popolo, giunta anche dai paesi vicini, partecipò alla processione con la quale la santa fu solennemente introdotta nella comunità. Momento culminante della giornata fu la processione che condusse la piccola urna della santa per le strade del paese, cui presero parte anche i parroci ed i sacerdoti dei centri vicini. La cronaca della festa ricorda che i fedeli parteciparono al rito recando candele accese e come il percorso fosse tutto decorato con fiorami ed archi trionfali in legno, abbelliti da elementi in cartapesta.
Le ossa di Aurelia, insieme alle altre reliquie menzionate nel documento di donazione, trovarono sistemazione entro la nicchia dell’altare che, nel frattempo, era stato fatto appositamente realizzare per collocarle. Il sacro deposito, che fungeva quindi da quinta per l’altare della cappella, era chiuso con una grata a doppia serratura, le cui chiavi erano tenute dal parroco e da un rappresentante della comunità. A sua volta la grata era coperta da un’anta in legno su cui erano state fatte dipingere le due immagini di Santa Aurelia e di Sant’Innocenzo.
Questa sistemazione durò fino al 1889 quando nacque il desiderio di costruire un apposito scurolo che accogliesse il corposanto di Aurelia, realizzato a partire dal 1891 su disegno dell’architetto don Ercole Marietti. Il 31 luglio del 1892, ultima domenica del mese, dopo il solenne pontificale mattutino, presieduto dal vescovo di Vigevano monsignor Giacomo Merizzi, la nuova urna venne portata in processione tra due ali di folla festante e poi definitivamente portata nel nuovo ambiente appositamente costruito, ove oggi è oggetto di venerazione da parte dei fedeli locali.
Aurelia è raffigurata sull’anta di sinistra dello stipo per le reliquie a lato dell’altare maggiore e in un quadro di fattura ottocentesca, indossante un abito azzurro e manto rosaceo, con la palma nella mano destra, il giglio ai suoi piedi e lo sguardo rivolto verso il cielo.
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