Borgomanerese e Aronese
Agapito – Maggiora
Agapito – Maggiora
Le reliquie di Agapito, venerate nella chiesa parrocchiale dello Spirito Santo di Maggiora, appartengono a quelle procurate da Giovanni Battista Cavagna e distribuite in diocesi dal vescovo Carlo Bascapè, come anche ricordato negli atti della visita pastorale del vescovo Taverna. Nell’autunno del 1614 vennero già avviati i preparativi per l’accoglienza dei sacri resti, commissionando l’esecuzione di un’arca di pietra, realizzata su disegno del venerabile Francesco Marconi Quagliotti, tutt’ora visibile nella chiesa.
I sacri resti vennero donati alla comunità il 23 marzo 1615, nelle mani dei suoi rappresentanti scesi nel palazzo episcopale di Novara, dove venne stilato l’atto ufficiale di consegna e vennero trasferiti a Maggiora. Soltanto il 29 giugno successivo esse furono però solennemente accolte dalla popolazione e deposte, contenute in una cassettina di piombo, all’interno dell’arca sistemata sotto la mensa dell’altare maggiore. Nel corso degli anni, il santo, identificato con l’omonimo martire dell’antica Preneste – oggi Palestrina – divenne un punto di rifermento molto importante per i fedeli in quanto si dimostrava propitio et miracoloso nelle pubbliche come nelle private necessità.
A motivo della crescente devozione, poco più di un secolo dopo nell’agosto del 1717, i maggioresi chiesero il permesso al vescovo di poter estrarre le ossa del santo dall’arca perché fossero visibili da parte dei devoti. Ottenuto il permesso, si procedette alla loro ricognizione e ai frati cappuccini Luca di Orta e Carlo di Oleggio venne affidato il compito di ricomporle in forma di corpo umano, secondo una consuetudine nel frattempo adottata anche per molti altri corpisanti. Anche la mensa dell’altare maggiore venne rinnovata, per collocare la nuova urna in preziosi cristalli creata appositamente per contenere il ricostruito scheletro di Agapito. Il 18 agosto, ricorrenza liturgica del martire prenestino, iniziò la sistemazione dei resti che, inseriti nell’urna, furono poi solennemente portati in processione per le vie del borgo, nella cornice di una sontuosa festa barocca, con la partecipazione di numeroso clero e moltissime persone giunte anche da paesi del territorio.
A distanza di cento anni era desiderio dei maggioresi la realizzazione di un ambiente da riservare esclusivamente alla venerazione del santo, venerato come patrono del paese. A partire dal 1816 iniziò la progettazione dello scurolo la cui costruzione, con alterne vicende e con la collaborazione dell’allora giovane architetto Alessandro Antonelli, fu terminata soltanto nel 1838. Nel giugno di quell’anno il corposanto venne rimodellato da don Guglielminetti, secondo rinnovati canoni estetici, e rivestito con un ricco abito donato dal vescovo Morozzo che presiedette le solenni celebrazioni inaugurali. Nell’elegante ambiente di gusto neoclassico, si trova oggi l’urna posta sopra l’altare, che viene portata in processione in occasione di particolari ricorrenze: la prima a distanza di cinquant’anni dall’inaugurazione della cappella, nel 1888 e, successivamente, ogni venticinque anni, come nel 1913, nel 1938, nel 1963 e nel 1988. Celebrazioni particolari sono state organizzate nel 2015, per il quarto centenario dell’arrivo delle reliquie; in quest’occasione è stata effettuata una ricognizione canonica che ha consentito di appurare come l’attuale volto e i piedi del santo non siano più quelli plasmati in cera da don Guglieminetti ma una realizzazione in legno dipinto d’inizio Novecento, opera di una ditta torinese. All’interno del manichino sono stati rinvenute le parti del corposanto composto nel Settecento e, sul cuscino, delle teche contenenti frammenti ossei.
Nella chiesa sono presenti diverse raffigurazioni del santo: ai lati del presbiterio dei quadri presentano alcuni momenti del martirio; sopra la porta d’ingresso ne è rappresentata la decapitazione, in un affresco eseguito nel 1708 come voto della comunità. Lo stesso soggetto è anche illustrato di una tela dello scurolo, mentre una più recente statua lignea è stata fatta scolpire per la processione annuale.
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