Confraternite e Compagnie. Spirito di solidarietà e devozione ad Asti

Il Sacro Enterro. La processione del Venerdì Santo ad Asti

Il Sacro Enterro. La processione del Venerdì Santo ad Asti

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La processione di origine spagnola detta dell’Enterro (o Entierro) era considerata la più importante funzione cittadina della Settimana Santa. Istituita nel 1696 dal vescovo di origine milanese Innocenzo Milliavacca, in questa processione veniva portata, sotto un baldacchino, una statua di Cristo morto, collocata sopra un ricco trono dorato, preceduta dagli emblemi della Passione portati dai confratelli della Misericordia e dalla croce portata dal sindaco di Asti o da altro rappresentante delle istituzioni civili cittadine. Seguiva, dietro la statua del Cristo morto, quella della Madonna Addolorata. Al termine della processione, mentre il popolo si recava a baciare una reliquia della croce, la statua del Cristo morto veniva solennemente “tumulata” sotto l’altare maggiore della Confraternita.

Per questa celebrazione mons. Milliavacca legò 1000 lire e autorizzò le questue cittadine, affidando tutta l’amministrazione e la direzione dell’evento ai sacerdoti della Confraternita della Misericordia. I vescovi successivi continuarono questa tradizione elargendo molto denaro per la sua realizzazione.

Fu anche stabilito da mons. Milliavacca che in tutti i Venerdì della Quaresima si tenesse verso sera, per la durata di una mezz’ora circa, una meditazione sulla Passione di Gesù con qualche lettura spirituale e che, dopo il canto del salmo Miserere, fosse impartita al popolo la benedizione con il SS. Sacramento. Questa pia istituzione venne sempre eseguita fino al 1749 e i vescovi astigiani cercarono sempre di assistervi di persona e di benedire essi stessi il popolo. Per rendere poi ancora più solenne questa stessa funzione e per aumentare ulteriormente il fervore dei fedeli a celebrare degnamente il sacro Enterro (che, il Venerdì Santo, si teneva subito dopo questo momento di meditazione), nel 1749 il priore della Confraternita della Misericordia deliberò la sostituzione della lettura spirituale con un discorso morale composto appositamente da un predicatore scelto ogni anno dal priore della stessa Confraternita. Nel 1813 fu incaricato di tenere questi discorsi morali il giovane parroco di Monale (piccolo paese alle porte di Asti) che sarebbe poi diventato uno dei più importanti santi sociali del Piemonte: don Giuseppe Cottolengo (1786-1842).

Il percorso della processione partiva dalla chiesa della Misericordia (detta anche “di San Giovanni Decollato”), ornata a lutto e illuminata, per poi arrivare al monastero del Gesù, percorrere la contrada maestra fino a San Secondo e risalire alla Misericordia attraverso la contrada dei Macelli e la piazzetta delle Beccherie (attuale piazza Medici). Come testimoniato dall’abate Stefano Giuseppe Incisa nel suo Giornale d’Asti, la processione non sempre seguiva esattamente questo percorso e per alcuni anni non si fece del tutto. Negli anni 1795-1796 non si fece perché la chiesa della Misericordia era stata trasformata in pagliaio per le truppe piemontesi impegnate nella guerra contro i francesi. Non si fece anche negli anni 1799-1802 per l’aperta ostilità del governo francese salito al potere in Piemonte verso queste pubbliche manifestazioni di devozione popolare.

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