Confraternite e Compagnie. Spirito di solidarietà e devozione ad Asti
Confraternita della Misericordia
Confraternita della Misericordia
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Data di fondazione: 8 marzo 1572
Note storiche e finalità: la Confraternita della Misericordia fu canonicamente eretta, sotto il titolo del Nome di Dio, a un altare nella chiesa di San Sisto, oggi non più esistente, dal vescovo di Asti Domenico della Rovere con decreto dell’8 marzo 1572. Come si legge nell’Asta Sacra di Sebastiano Provenzale, le finalità della Confraternita erano: “correggere quelli che giurano [=spergiurano] il Santissimo nome di Dio”, “sovvenire a’ poveri orfani e pupilli e assistere a’ carcerati e condanati per la giustizia, e confortargli dall’intimazione della sentenza sino terminati li atti di giustizia, indi dargli sepoltura nella nostra chiesa.” Il vescovo Domenico Della Rovere, in seguito, assegnò a detta istituzione l’amministrazione del Collegio degli Orfani fondato nel 1579 dal conte Francesco Roero di Sciolze. Nella visita apostolica di Angelo Peruzzi del 1585 si descrive ampiamente la Societas laicorum sub titulo Misericordiae che aveva già il suo proprio oratorio seu ecclesia, anche se non si indica dove si trovasse. Alla fine del 1500 l’istituzione dovette cominciare a godere di una grande importanza sia perché con decreto del primo marzo 1595 Carlo Emanuele I, duca di Savoia, accordava ai confratelli la facoltà di graziare ogni anno un condannato alla pena di morte o alla prigionia o al bando, sia perché i confratelli erano divenuti talmente numerosi da necessitare di una nuova chiesa.
Questa istituzione, che nel corso della sua storia aveva enumerato tra i propri confratelli importanti esponenti del patriziato astigiano quali il protomedico Giovanni Battista Volpino, il marchese Giovanni Battista Mazzetti di Frinco, Sebastiano Provenzale (che ivi fu sepolto), alla fine del 1800 andò perdendo la sua importanza e nel 1914 cessò il suo funzionamento con l’ultimo priore Ernesto Ponzo, canonico della Cattedrale.
Sede: dalla fondazione fino alla fine del XVI secolo presso un altare della chiesa di San Sisto, oggi non più esistente.
Anche se le fonti non lo dicono esplicitamente, la costruzione del nuovo oratorio della Confraternita avvenne sui resti dell’antica chiesa parrocchiale di San Giovanni della Fontana. Lo storico astigiano settecentesco Francesco Tessiero racconta, infatti, che i confratelli alla fine del 1500 avevano occupato la chiesa abbandonata e profanata di San Giovanni della Fontana, sita vicino al palazzo vescovile, e avevano posto lì la loro sede. Nel 1605 la Confraternita fu canonicamente traslata dal vescovo Giovanni Stefano Aiazza nella nuova chiesa e, quattro anni dopo, nel 1609, fu aggregata all’Arciconfraternita di San Giovanni Decollato di Roma. In seguito a questa aggregazione la Confraternita modificò il proprio titolo assumendo proprio quello di San Giovanni Decollato.
L’interno della chiesa della Confraternita, situata nell’attuale via Mons. Rossi all’angolo con via Carducci e oggi non più esistente, era a una sola navata con tre cappelle laterali: a sinistra quella dell’Addolorata, a destra quelle di santa Margherita da Cortona e dell’Immacolata.
Festività: la festa principale presso la Confraternita era la domenica seguente alla ricorrenza del Martirio di san Giovanni Battista (29 agosto).
Il vescovo Innocenzo Migliavacca, nel 1696, istituì la processione del Sacro Enterro, una solenne funzione del Venerdì Santo in cui, sotto un baldacchino, veniva portata una statua di Cristo morto, collocata sopra un ricco trono dorato, con tutti i misteri e gli emblemi della Passione. Per questa celebrazione mons. Migliavacca legò 1000 lire e autorizzò le questue cittadine, affidando tutta l’amministrazione e la direzione dell’evento ai sacerdoti della Confraternita della Misericordia. I vescovi successivi continuarono questa tradizione elargendo molto denaro per la sua realizzazione.
Abito: i confratelli indossavano l’abito nero.
Gonfalone: non conservato.
Fondo Archivistico: ARCHIVIO STORICO DIOCESANO DI ASTI, Fondo Curia vescovile
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